Guida all’acquisto sostenibile per il neonato

lunedì, Luglio 16th, 2018


Come ho fatto ad integrare la mia vita eco-sostenibile con la notizia dell’arrivo del nostro piccolo? In questo articolo voglio condividere con voi alcuni princìpi che abbiamo seguito nel prepararci all’accogliere il nostro gnometto.

Ho sentito dire spesso che un bimbo non può far parte di una vita vegana e/o eco-sostenibile. Certo, con un bambino, si mette al mondo una nuova “macchina creatrice di spazzatura”, e siamo già così tanti a questo mondo, ma non siamo così veloci a trarre conclusioni. A parte, ovviamente, le emozioni e l’amore coinvolti, a mio parere, una nuova vita è una nuova possibilità, una personcina che può crescere a diventare un innovatore, cambiare il mondo, anche se solo un pochino. E poi penso sempre: “pensa se solo le persone alle quali non interessa niente dell’ambiente, degli animali, e della nostra terra, avessero bambini. Quali conseguenze avrebbe?”.

Detto questo, passiamo a cos’ho fatto per ridurre al minimo il consumo di prodotti inutili e la creazione di spazzatura. Spero di poter essere d’aiuto alle future mamme con questi semplici consigli.

  • eliminare le cose superflue

Ricercare e chiedere al maggior numero possibile di mamme quali siano le cose veramente essenziali. Chiedete a tante donne perché ognuno ha necessità e opinioni diverse, potrete così assimilare e decidere cosa si addice alla vostra situazione.

  • vestiti di seconda mano

Non appena ho detto ad alcune amiche di essere incinta, sono arrivate con sacchi pieni di vestitini e accessori che ai loro bimbi non servivano più; cose usate, ma pochissime volte, visto che crescono così in fretta. In tutto mi sono trovata a rovistare in circa sei sacchi enormi pieni di vestiti e ne ho ricavato, posso dire, quasi l’intero guardaroba del nostro bimbo. Ammetto che ho comprato anche dei vestitini, alcune cose che gli metteremo non appena nascerà e quando poi lo porteremo a casa e dei body nuovi. Ma molti dei suoi mesi successivi saranno riempiti di vestitini usati, ma bellissimi, in perfette condizioni e come nuovi.

Ricercando la possibilità di scambiare o regalare i vestitini che non volevo tenere (perché magari non mi piacevano o perché la stagione non sarebbe stata adatta) mi sono imbattuta nel sito dell’ Armadio Verde. E’ un sito dove puoi inviare vestitini usati, ma in buone condizioni. In cambio ricevi stelline che ti permetteranno di acquistare altri vestiti a un prezzo piccolissimo (solitamente 3 euro a pezzo).
Allo stesso modo, ho trovato dei set di vestiti usati (decine di vestiti) a un piccolissimo prezzo su Subito.it. Mia mamma ha ordinato uno di questi set per il nostro bambino su un sito simile olandese e i vestiti che sono arrivati sono veramente meravigliosi e come nuovi.

Ecosostenibilità bambini

  • scambiate (o rivendete) i vestiti

Quando il vostro piccolo crescerà e alcuni vestiti non gli andranno più, dateli via ad un’amica in attesa, o anche a una conoscente: ve ne saranno grate. In alternativa, potete anche fare un bel set di vestitini e venderlo su siti come subito.it come ho accennato qui sopra.

  • usate quello che avete/trovate

Molte cose che serviranno le abbiamo già in casa (asciugamani, il pentolino per sterilizzare eventuali biberon,..), altre possono essere ricavate da quello che possediamo già (bavagli da stoffe e teli, per esempio). Quello che meno spesso succede, ma che mi è capitato, è stato trovare qualcosa che avevo deciso di comprare tra la spazzatura. Nel mio caso è stata una vaschetta per il bagnetto nuova di zecca, trovata tra la spazzatura, con l’etichetta ancora attaccata.

  • accessori di seconda mano

Dopo essermi informata chiedendo ad amiche e conoscenti, mi sono fatta un’idea di ció che vorró avere in casa quando arriverà il piccolo e cosa invece mi sembra superfluo (nel mio caso, bilancia, fasciatoio con vaschetta,..). Sono poi andata alla ricerca di quel che mi servirà: ovviamente, nel mondo dell’usato non sempre trovi esattamente quello che cerchi subito, quindi mi sono messa all’opera presto, verso il quarto/quinto mese. Così online ho trovato il trio, a una frazione di prezzo rispetto all’originale, perfetto, bellissimo (sono ancora molto entusiasta di questo acquisto). Sono sicura che poi lo venderó a mia volta. Allo stesso modo, ho comprato il riduttore per il lettino a 20 euro, invece che a 160/180 euro.

Anche la fascia porta-bebé me l’ha data un’amica il cui figlio non ci è mai voluto stare dentro. Alcuni giochi li aveva ancora mia mamma del suo primo nipotino, alcuni ancora impachettati. Molti libri per bambini li avevo tenuti dalla mia infanzia e li useró per decorare la cameretta. E così via..

  • comprate, se necessario, ma materiali eco-sostenibili e biodegradabili

Dopo tutto questo ambaradan sull’usato è ora di ammettere che ho comprato cose anche io (soprattutto i mobili per la cameretta). Ho cercato il più possibile, però, di evitare di comprare plastica, preferendo materiali più ecosostenibili come il legno.

Ho anche comprato delle salviettine per il cambio, della marca Naty, 100 % compostabili. Non so ancora se le ricompreró o troveró un’alternativa ad un impatto ambientale ancora minore (se avete dei consigli, fatemi sapere!). Infine, per i primi giorni, ho comprato dei pannolini usa e getta, sempre della Naty, per permettermi, almeno in ospedale di abituarmi con calma a tutte le novità.

Ecosostenibilità bambini

  • pannolini lavabili

Come fa una persona ad appassionarsi così tanto ad un argomento come i pannolini? Io non lo so, ma ormai “studio” i pannolini lavabili da alcuni anni (eh sì, già mi interessavano ben prima di rimanere incinta). Le mie prime e validissime informazioni le ho ricevute da questo video di Ellen Fisher. Ho, poi, girato YouTube in lungo e in largo cercando altre opinioni e recensioni, prima di comprare. Infine, sul sito dove ho comprato i pannolini, EcoBaby, ho trovato un bellissimo e comodissimo e-book, che dà tutte le informazioni necessarie a una mamma per scegliere (clicca qui per trovare l’e-book).

Ho scelto di comprare i pannolini nuovi per una questione di igiene. Sapendo che poi dureranno per molti anni e che li potró utilizzare per eventuali futuri fratellini o sorelline, penso sia un investimento molto valido (ho fatto due conti e arrotondando comprando circa 20 pannolini riutilizzabili della marca migliore, spendo quello che spenderei in un anno di pannolini usa e getta). Pensate quanto risparmio di plastica (e di soldi)!

Personalmente, ho scelto i BumGenius 5.0 Pocket. Hanno gli inserti che si possono togliere e adoro i loro colori. Sono i più costosi, ma secondo la mia ricerca, anche i migliori in fatto di contenimento e durabilità. Magari scriveró un articolo in futuro, quando lì avró testati per un po’.

Ecosostenibilità bambini

  • fai-da-te

Per decorare la cameretta una delle cose più belle è mettersi all’opera e creare qualcosa di personale per il bambino. Io ho fatto un semplice dream-catcher, ad esempio. Ma potete anche fare una copertina patch-work, se volete, oppure un disegno.

  • prodotti per l’igiene allo sfuso

Al negozio dello sfuso ho già trovato una linea bimbi. E’ della marca BioLù e include bagnoschiuma e shampoo. Il contenitore è di plastica, ma puó essere riempito di volta in volta. Onestamente, non so se riusciró ad utilizzarla sempre, poiché il prezzo è abbastanza alto, e il negozio dello sfuso non è proprio dietro l’angolo, quindi ho intenzione di andare alla ricerca di uno shampoo solido e anche un sapone solido. Ma per adesso è la soluzione ideale.

Ecosostenibilità bambini

  • libri che insegneranno al bimbo le vostre scelte

Mentre crescerà, cercheró di integrare negli insegnamenti di tutti i giorni, tutte queste cose: gli insegneró che cerchiamo di sprecare il meno possibile, l’amore per la natura e gli animali, e lo faró cercando di renderlo tutto un gioco. Per questo ho pensato che uno dei modi più belli è di insegnare attraverso libri colorati e divertenti. Alcuni esempi sono: The Earth Book di Todd Parr  e V is for Vegan di Ruby Roth.

Questi sono i passi che ho fatto e ho intenzione di fare con l’arrivo del nostro piccolo. Spero che vi abbia potuto ispirare a fare delle scelte zero-waste anche per i vostri piccoli. Se avete altri consigli o domande, fatemi sapere!

 

Tingere tessuti con metodi naturali

martedì, Maggio 29th, 2018

Erano anni che volevo provare a tingere dei tessuti con un metodo naturale e finalmente ho trovato il pretesto perfetto. Abbiamo già tanti piccoli body bianchi per il nostro piccolino, così volevo provare a tingerne uno di un colore molto naturale. Ultimamente adoro il giallo ocra, così il mio obiettivo originale era di colorarlo di questo colore, ma come tutti i metodi naturali, anche questo è imprevedibile e il risultato è stato un bel color rosa albicocca leggero.

Qui sotto vi spiego come ho fatto a tingere questo body. Questo tessuto è in 100% cotone, se utilizzate altre tipologie, come ad esempio il lino o la lana, il risultato sarà diverso. Fatevi sorprendere. Molti altri fattori influenzeranno il risultato, quindi non aspettatevi esattamente lo stesso colore che ha preso questo body (come ho detto, io cercavo di tingerlo di un colore simile all’ocra).
Notate anche che io non ho utilizzato alcun mordente (come il sale), che avrebbe potuto dare un colore più vivace, proprio perché volevo un colore soffice e non troppo intenso. Se volete, quindi, aggiungete anche due cucchiai di sale.

 

tinture naturali

tinture naturali

Occorrente

la buccia di 5-7 cipolle gialle grandi
una pentola in alluminio che utilizzerete solamente per tingere
colino
tessuti da tingere
cucchiaio
sale (opzionale)

Metodo

Sbucciare le cipolle e riporre le bucce nella pentola.
Coprire le bucce con acqua.
Portare ad ebollizione e lasciar bollire per circa un’ora (la vostra casa odorerà di zuppa di cipolle, vi consiglio di azionare la cappa).
Lasciare le buca ammollo per due giorni (opzionale, ma vi permetterà di estrarre tutto il colore dalle buca di cipolla).

Bagnare i tessuti che si vogliono tingere con acqua calda (fate attenzione che siano tutti ugualmente bagnati).
Togliere le bucce dall’acqua usando un colino.
Intingere i tessuti nell’acqua colorata e togliere tutte le bolle d’acqua aiutandosi con un cucchiaio.
Mettere su fuoco basso per circa un’ora stando sempre vicini e attenti che non manchi l’acqua (nel caso mancasse perché evaporata, togliere dal fuoco e continuare col prossimo passo).
Togliere dal fuoco e lasciar raffreddare per uno o due giorni.
Togliere tessuti dalla pentola, sciacquare con acqua fredda e lasciar asciugare al sole.

tinture naturali

Questa è la prima volta che provo a tingere dei tessuti con delle piante (ho provato con le uova da piccola, quando ancora le mangiavo, per pasqua, ma sono sempre stati die disastri). Ho intenzione di provare a raggiungere quel bellissimo ocra di cui vi parlavo, magari con della curcuma, ma vorrei anche provare altre piante e frutti. Vi aggiornerò sulle mie avventure.

come fare dei vasetti biodegradabili con i rotoli della carta igienica

mercoledì, Aprile 11th, 2018

Fare dei piccoli vasetti biodegradabili per seminare le vostre erbe o le piantine da poi trapiantare nell’orto è facilissimo. Bastano dei rotoli di carta igienica (potete usare anche i rotoli di carta da cucina) finiti, delle forbici, della terra e i semi che volete utilizzare.

Io uso questi vasetti per seminare i pomodori. All’inizio li tengo sul balcone di casa, portandoli dentro la sera a causa delle temperature ancora troppo basse. Una volta che la piantina sarà forte abbastanza, la trapianterò nell’orto.

Cominciate col piegare il rotolo a metá seguendo la lunghezza, poi piegate il rotolo nell’altro verso formando un quadrato(vedi foto)

Tagliate il rotolo a metà (vedi foto).

Tagliate i quattro angoli del rotolo per un terzo della lunghezza (circa 2 cm, vedi foto).

Piegate il lembo che avete più vicino a voi verso l’interno del rotolo, poi piegate quello a sinistra, quello sopra, finendo con quella a destra. Quando piegate quest’ultimo fate passare l’angolo superiore del lembo sopra il lembo sopra, mentre infilate l’angolo inferiore del lembo destro sotto quello inferiore. In questo modo i lembi si bloccheranno e staranno fermi e reggerà il peso del terriccio.

I vostri vasetti sono pronti!

 

FAQs – Frequently Asked Questions

venerdì, Gennaio 5th, 2018

Qui sotto rispondo alle domande che mi vengono poste più spesso: sul veganesimo, sulla salvaguardia dell’ambiente, su di me, .. Questo articolo riporta la pagina FAQ che trovate linciato sulla destra dello schermo, ma credo sia utile anche pubblicarlo come articolo in modo da permettere al maggior numero possibile di persone di leggerlo. 

Se avete altre domande non esitate a porle nei commenti, a scrivermi un’e-mail o un messaggio privato. Aggiornerò di tanto in tanto questo spazio pubblicando le domande che mi invierete (a patto che non si tratti di una domanda di carattere troppo personale).

Disclaimer: non sono un medico e quindi non posso dare consigli di tipo medico o dietetico. Tutto quello che scrivo e dico è il ricavato della mia esperienza personale. Ogni corpo e ogni persona è diversa e ha un fabbisogno giornaliero proprio, inoltre ognuno di noi risponde in maniera personale all’assunzione di diversi cibi e bevande (ad esempio, quel che a me può dare una reazione allergica, a te può far stare benissimo). Io spero solo di potervi ispirare a fare delle scelte più sane per sentirvi al meglio.

Vegan

Perché diventare vegano?

Scriverò un post più approfondito rispondendo a questa domanda, ma per il momento voglio riassumere in breve in questo modo:

a. Etico
Il veganesimo è un impegno morale alla non-violenza, un impegno contro la dissonanza morale e lo specismo.
Vediamo i nostri cani e gatti come amici: li accarezziamo, li amiamo, soffriamo quando muoiono, nonostante non parlino la nostra stessa lingua e non abbiamo il nostro quoziente intellettivo. Ci tirano su di morale quando siamo tristi, li lasciamo liberamente girare in casa, amiamo la loro compagnia e ci mancano quando non ci sono.
Mucche, agnelli e pesci, invece, vengono uccisi in massa (clicca qui per vedere quanti ne muoiono ogni giorno), dopo una vita passata in un carcere, maltrattati e umiliati. Se è considerato sbagliato maltrattare un cane o un gatto, perché maltrattare e uccidere un maiale non lo sarebbe?
E’ ormai indiscutibile il fatto che gli animali provino emozioni come noi umani. Il veganesimo non è volto a sostituire la compassione per i nostri simili con quella verso gli animali, ma ad andare contro lo specismo, quindi ad allargare questa compassione anche alle altre specie.

b. Ambiente
L’industria della carne e dei prodotti caseari ha un impatto incredibilmente pesante sull’ambiente. Non ci viene insegnato a scuola e non viene spesso affrontato dai media, ma queste industrie sono responsabili della produzione di una quantità di CO2 enorme. I numeri cambiano a seconda degli studi, ma sono tutti d’accordo sul fatto che questa industria crei più CO2 di tutte le forme di trasporto messe insieme.
Se volete diminuire la vostra impronta ecologica, diventare vegani potrebbe essere la risposta migliore.
Alcuni dei motivi per i quali l’allevamento degli animali è dannosa per l’ambiente (fonte: http://www.cowspiracy.com/infographic ) :
– elevata emissione di CO2
– deforestazione
– elevato utilizzo e inquinamento dell’acqua
– metano emanato da scarti / escrementi
Per tutte le fonti clicca qui.

c. Salute
Sempre più persone provano a seguire una dieta vegana per sentirne gli effetti positivi sulla salute: più energia, pelle più luminosa, unghie e capelli più forti,.. (https://www.vegansociety.com/go-vegan/health). Molti, purtroppo, la vedono ancora come una dieta dannosa, non equilibrata ed estrema.
In realtà, una dieta vegana ben equilibrata esiste ed è adeguata, dal punto di vista nutrizionale, a ogni fase della vita dell’uomo. Anzi, in molti casi aiuta a ridurre il rischio di cancro e altre malattie quali diabete, asma, e malattie cardiovascolari. Per informarmi adeguatamente a questo proposito ho letto due libri, oltre a varie ricerche scientifiche pubblicate online (facendo attenzione a chi sponsorizza la ricerca) che mi hanno confermato che la mia esperienza personale non fosse solamente un effetto placebo: “How Not To Die” di Michael Greger e “The China Study” di T. Colin Campbell e Thomas M. II Campbell.

Cosa non mangiano e non utilizzano i vegani?

Il veganesimo non è solamente una scelta legata alla dieta, ma una scelta globale, che tocca ogni aspetto della vita quotidiana (niente panico, essere consapevoli di ciò che consumiamo comporta un po’ di studio, ma prometto che ti renderà più felice e in armonia con te stesso e il mondo che ti circonda).
I vegani non mangiano carne, pesce, latte e derivati, uova e miele.
I vegani non consumano prodotti di bellezza contenenti prodotti di origine animali e/o testati sugli animali (trucchi, creme, shampoo, balsamo), prodotti per le pulizie e l’arredamento della casa contenti prodotti di origine animale (detersivi, sapone, candele, poltrone, divani), non vanno al circo o allo zoo e in viaggio decidono di non andare a fare il giro sull’elefante, perché questi animali non vengono tenuti in condizioni adatte e vengono sfruttati al fine di intrattenere un pubblico umano.
Vestono abiti e calzano scarpe fatte solamente con materiali non ottenuti dagli animali (niente seta, cuoio e lana).

Detto questo, voglio sottolineare che non esiste un vegano perfetto. E’ impossibile diventare vegano in una botta sola e sono certa che ogni vegano a volte faccia delle scelte sbagliate (che sia consapevolmente o no) riguardo ai prodotti che utilizza. Facciamo del nostro meglio, ed è questa la cosa che conta di più.

Cosa mangiano i vegani oltre all’insalata?

Molti pensano che i vegani vivano di insalata e amore. La realtà dei fatti si trova dall’altra parte dello spettro. In generale, la dieta vegana è caratterizzata dall’abbondanza; abbondanza di frutta e verdura, legumi e cereali, noci e semi. Inoltre, siamo portati a sperimentare di più, allontanandoci dalla cucina alla quale siamo stati abituati fin da piccoli, scoprendo di conseguenza ingredienti nuovi e meno conosciuti dagli altri consumatori.
L’insalata è tutto ciò che fino a poco tempo fa un vegano poteva trovare nel menù dell’osteria del paese, quando andavi a mangiare con gli amici. Forse è per quello che molte persone pensano che i vegani mangino solo quello. C’era, e molte volte c’è tuttora, una mancanza di scelte vegane nei ristoranti tradizionali. A questo è arrivata l’ora di dare un cambiamento, non credete?
Presto condividerò dei biglietti da visita che potrete dare al ristorante dove avete trovato la scelta vegana per ringraziarli, e al ristorante dove l’opzione vegana non c’è ancora per incitarli a fare questo piccolo passo in più. Il tutto con un sorriso.

Costa tanto essere vegano?

No. Mangiare vegano può costare molto se decidi di vivere esclusivamente di superfoods (spirulina, semi di lino, macha, mirtilli, semi di chia); Ma se compri semplicemente frutta, verdura, legumi e cereali a volontà, e l’indispensabile quantità di noci e semi, non spenderai un centesimo in più di un onnivoro, anzi, potresti risparmiare anche un bel gruzzoletto. Inoltre, generalizzando, vegani e vegetariani sono attenti alla salute e quindi non fumano e bevono meno alcool, altri due fattori che contribuiscono cospicuamente al conto di fine mese.
Personalmente, mi piace sapere che posso benissimo, una volta al mese, comprarmi un bel barattolo di semi di canapa in più da aggiungere ai miei frullati, perché anche questo mese non ho fumato nemmeno una sigaretta.

Bisogna prendere integratori? Quali?

Sì, se decidi di diventare vegano, dovrai prendere un integratore di vitamina B12. Non ti preoccupare, non c’è niente di innaturale nel prendere un integratore. Viviamo in una società moderna e all’avanguardia, che si è evoluta allontanandosi dalla vita nella natura alla quale erano abituati i nostri antenati. La vitamina B12 è originariamente presente nei batteri, e potremmo assumerne abbastanza se bevessimo una barilata di acqua fresca di sorgente non filtrata, ma visto che probabilmente nessuno di noi è disposto a farlo, è importante integrare. I sintomi di un’insufficienza di vitamina B12 si manifestano solamente dopo un lungo periodo, e molte volte viene individuata solamente attraverso un’analisi del sangue.

Perché gli onnivori non devono integrare la vitamina B12?

Gli animali che gli onnivori mangiano, producono B12 attraverso i batteri presenti nel loro apparato digerente . Inoltre, spesso ricevono a loro volta integratori. Perciò la loro carne e i loro derivati, contengono ancora in parte la vitamina.

Quali sono le risorse che hai utilizzato per informarti sul veganesimo?
Di seguito troverete elencati documentari, libri, siti web, ecc. che ho utilizzato e utilizzo tuttora. Notate che alcuni sono in madrelingua inglese.

Documentari
Cowspiracy
What The Health
Forks Over Knives
Earthlings

Libri
How Not to Die
The China Study

Blog e websites
Nutritionfacts.org
Famiglia Veg
Io Scelgo Veg
Scienza vegetariana
PETA

YouTube
James Aspey
Gary Yourofsky
Earthling Ed

Eco-friendly lifestyle

Quali prodotti mi consigli di eliminare per sprecare e inquinare meno?

Prima di tutto, non comprate le bottiglie d’acqua, vi prego. Nella maggior parte dei casi, l’acqua del rubinetto è potabile, e se siete fortunati avete anche qualche sorgente nelle vicinanze dove riempire delle bottiglia di acqua fresca. Se siete ancora scettici, potreste investire dei soldi in più per comprare un filtro (da attaccare direttamente al rubinetto o una brocca con un filtro intercambiabile).
Evitate di utilizzare piatti e posate di plastica a pranzo e cena, sono consapevole che a volte sia più facile, soprattutto ai ritmi di vita di oggi. Dovrete ritagliare quei dieci minuti per lavare i piatti, ma eviterete di buttare quantità enormi di plastica.

Portate sempre una borsa di cotone per portare la vostra spesa. Non chiedete sempre il sacchetto alla cassa. E’ vero, spesso sono fatti di un materiale biodegradabile, ma è sempre meglio non doverlo usare, no? Inoltre potete anche comprare dei sacchetti riutilizzabili (come questi) per la frutta e la verdura, per evitare di usare i sacchetti nel reparto ortofrutticolo (non ho mai avuto problemi alla cassa utilizzandoli).

Chiedete che il drink vi venga servito senza cannuccia. Un piccolo gesto per evitare uno spreco di innumerevoli pezzi di plastica.
Infine, immancabili in questa lista, i prodotti di origine animale. Il perché l’ho spiegato qui sopra, nella risposta alla domanda “Perché diventare vegano?”.

Quali prodotti consigli per essere più eco-friendly?

Basta una borsa di cotone per portare la spesa e una bottiglia di latta (o altro materiale resistente) da portare sempre con te. Se vuoi, puoi anche portarti appresso delle posate riutilizzabili e una cannuccia in bambù o metallo, nel caso mangiassi fuori e ti portassero le posate di plastica. Anche un barattolo (o due, o tre) di vetro può risultare utile se trovassi un supermercato con i prodotti sfusi (pasta, riso, cereali, ecc.).

Benessere

Posso aumentare la massa muscolare mangiando vegano?

Assolutamente sì. Sinceramente non sono a conoscenza dell’esatta quantità di macro- e micronutrienti che bisogna assumere quando si vuole avere un tono muscolare maggiore perché non me ne sono mai interessata. Posso però linkarvi alcuni ragazzi vegani che sono prova vivente della mia risposta: SimnetNutrition, Nimail Delgado, Massimo Brunaccioni, Tim Shieff, Rich Roll,..

Perché nei frullati metti la spirulina, i semi di lino, i semi di canapa, eccetera?

Perché apportano un componente nutrizionale positivo. Cercherò di aggiungere, dove utilizzo questi prodotti, una piccola descrizione della loro derivazione e del loro impatto positivo sulla salute.
Come ho specificato sopra non sono assolutamente indispensabili in una dieta vegana, sono solamente un qualcosa in più.

Viaggi

E’ difficile mangiare vegano durante un viaggio?

Ho fatto un solo lungo viaggio da quando sono diventata vegana. Durante questo viaggio abbiamo visitato l’India, il Vietnam, la Cambogia e la Thailandia. Sono sempre riuscita a mangiare vegano circa tre volte al giorno, quindi non posso affermare sia difficile. Certo, in alcuni posti è più facile rispetto ad altri, ma è sempre fattibile e ho scoperto posti incredibili e ho avuto conversazioni simpatiche grazie a questa mia piccola esigenza in più.

Se siete curiosi sul come ho mangiato vegano ogni giorno durante i due mesi e mezzo di questo viaggio, presto condividerò un video con i miei cinque consigli più importanti affiancato da un articolo a proposito.

Su di me

Quando sei diventata vegetariana e quando vegana?

All’incirca all’età di 8 anni decisi di non voler mangiare più carne. Poi fui costretta dal medico di famiglia e dai miei genitori a mangiarla almeno una volta a settimana, finché non ricominciai a vederla come una cosa normale e a darci poco pensiero. Avevo 20 anni quando decisi di tornare a diventare vegetariana; vivevo da sola ed era una conseguenza naturale e logica di tutto quel che avevo imparato da piccola osservando la natura e gli animali.
Sono, invece, diventata vegana all’inizio del 2016 dopo un lungo periodo di riflessione su cosa avrebbe comportato questa scelta. Fino a circa un anno prima ritenevo il veganesimo estremo, come molti; non avevo idea che per la mia colazione a base di yogurt o uova, dovessero soffrire e morire pulcini, galline, vitelli e mucche. Non appena, attraverso documentari informativi quali Cowspiracy e Earthlings, ne venni a conoscenza, la decisione di diventare vegana fu la più importante decisione che potessi prendere.

Cosa mi ha fatto dubitare per qualche tempo?

Essenzialmente due cose: prima di tutto, la consapevolezza di non essere abbastanza informata sulle conseguenze di salute nell’adottare una dieta vegana; Essenzialmente, sapevo di non sapere. Poi, la consapevolezza che avrei dovuto affrontare critiche di persone che non capiscono e ignorano la vera situazione delle industrie della carne, dei latticini, delle uova, dei prodotti di bellezza, eccetera. Perciò mi sono concessa un periodo di studio e riflessione durante il quale ho letto libri, studi scientifici, visto altri documentari, ascoltato podcast, e nel momento in cui ho stabilito di avere abbastanza informazioni sia per rispondere in maniera adeguata alle persone che criticano questo stile di vita con dei fatti, sia per poter dire che una dieta vegana è assolutamente salutare (con alcuni accorgimenti, quali l’integrazione della vitamina B12) e, anzi, andrebbe consigliata a tutti.

Idee regalo vegan & cruelty-free

domenica, Dicembre 3rd, 2017

Dicembre è arrivato nel modo più speciale: con una intensa nevicata notturna che ci ha fatto svegliare abbagliati dalla neve. È stato come un bentornato speciale in Italia, e un inizio perfetto per il mese che più mi mancava trascorrere a casa in Italia. Un mese pieno di festeggiamenti: Sinterklaas (il Natale olandese), il mio compleanno, Natale,.. e un mese di regali!

Da alcuni anni a questa parte ho cominciato ad attaccarmi molto meno alle cose e ricevere regali personali o fatti a mano, stare insieme alle persone che amo e festeggiare insieme rimangono la cosa migliore. D’altro canto, ultimamente sto anche scoprendo sempre più marche alternative, con prodotti che sono in linea con il mio stile di vita: prodotti naturali, non testati sugli animali, vegan, e prodotti che aiutano a sprecare di meno.

Oggi ho deciso di condividere con voi una lista di regali vegan e cruelty-free da dare e ricevere, per aiutarvi a scegliere il regalo perfetto per le persone a cui tenete di più. Se quest’anno proprio non sapete cosa comprare, date uno sguardo qui sotto, magari vi viene qualche idea. E anche se non sapete proprio cosa mettere sulla vostra lista dei desideri, forse vi posso aiutare con questa lista. Spero vi piaccia!

Per sapere dove trovare il regalo, cliccate semplicemente sulla foto, un link vi porterà direttamente al negozio on-line.

 


 

    

   

    

 

            

 

Manca qualcosa in questa lista? Non esitate a farmelo sapere!

Obiettivo meno rifiuti – I primi passi

domenica, Ottobre 8th, 2017

Da alcuni anni sono più cosciente di quanti rifiuti produco settimanalmente. Sono arrivata al punto di considerare il riciclo, il riuso e l’astinenza dalla plastica una priorità nella nostra vita casalinga (# zero waste). Essere consapevoli di ciò che si butta è importante e necessario, e incorporare nella vita quotidiana alcuni accorgimenti per diminuire la quantità di rifiuti che produciamo è facile. Ecco quindi cosa possiamo fare cominciare a diminuire la quantità di rifiuti che produciamo.

 

  • Abolite le bottiglie di plastica.
    Non ho mai visto tante bottiglie di plastica come qua in Italia! Molte persone vanno al supermercato e riempiono il carrello di casse d’acqua. Ma non ce n’è assolutamente bisogno! L’acqua del rubinetto è potabile (guardate questo video, è molto interessante). Io riempio sempre una bottiglia di latta e la porto con me. Ma se avete ancora dubbi, potete comprare una caraffa con il filtro, oppure investire in un sistema di filtraggio avanzato. In ogni caso risparmierete molti soldi non comprando l’acqua in bottiglia, ma soprattutto eviterete di buttare centinaia di bottiglie di plastica l’anno.

 

  • Non usate piatti e posate usa e getta.
    Molte famiglie lo fanno, perché è semplice, soprattutto quando la famiglia è composta da molte persone. Dopo mangiato, si butta tutto nella spazzatura e via! Ma provate a immaginare quante tonnellate di plastica vengono buttate solamente perché non vogliamo lavare i piatti. Io cerco di offrirmi sempre di lavare i piatti quando sono ospite, per ringraziare dell’ospitalità.

 

  • Portate sacchetti riutilizzabili per la spesa e l’ortofrutta (ad esempio questi).
    Questo è il mio punto forte, e vi spiego il perché: prima di tutto darete il buon esempio. Non abbiate paura, nessuno vi sgriderà che non state usando il sacchetto di plastica del negozio. Inoltre riceverete un sacco di complimenti e vi chiederanno dove li avrete comprati. Così, in modo estremamente semplice, ispirerete più persone ad usare sacchetti riutilizzabili di volta in volta.

 

  • Comprate al negozio dello sfuso.
    Devo ammettere che non sono bravissima a farlo. Quando mi sono trasferita in Italia mi sono messa a cercare un negozio dello sfuso nelle vicinanze, ma proprio non c’era. Poi, ad un tratto, quest’estate mi è comparsa un’inserzione su facebook di un negozio dello sfuso a 45 minuti da qua. Appena aperto e fornito benissimo con quasi tutti ció che utilizziamo e mangiamo. E’ un pochino lontano per andarci spesso, ma proviamo a farlo quando possiamo.

 

  • Comprate direttamente dal contadino.
    Rendete felice un piccolo imprenditore, sapete chi ha prodotto il vostro cibo ed evitate tutte le confezioni che vengono fornite con i prodotti venduti nel supermercato. Portate un sacchetto di stoffa e chiedete di utilizzarlo. Saranno ben contenti di non utilizzare l’ennesimo sacchetto.

 

  • Portate una bottiglia di alluminio.
    Prima di uscire riempite una bottiglia di alluminio e via! Mi raccomando, non riutilizzate molte volte le bottigliette di plastica perché col tempo potrebbero staccarsi particelle dannose. Investite una ventina di euro in una bella bottiglia di alluminio e mostratela a tutti. Siate fieri di aver scelto un’alternativa riutilizzabile.

 

  • Ricercate marche zero waste.
    Ricordate sempre che votiamo con i nostri soldi. Sosteniamo aziende che hanno veramente a cuore l’ambiente. Sempre più marche nuove e innovative stanno sbarcando in Italia. Marche che hanno la missione di venderci qualcosa, ma senza imballaggi inutili. Marche per le quali questo è un vero e proprio statement: gli imballaggi sono superflui! Ad esempio, per la cura del corpo, ho scoperto casualmente su Instagram, Lamazuna, una marca fantastica che produce tantissimi prodotti per corpo, viso e denti zerowaste (a breve scriveró un post interamente dedicato a loro, visto che ho avuto l’occasione di provare i loro prodotti).

 

  • Se dovete scegliere tra un sacchetto di plastica e una scatola di cartone, scegliete il cartone.
    Quando di due prodotti c’è la versione impacchettata in un sacchetto di plastica, a volte piú volte, mentre un altro marchio propone un’alternativa identica o simile impacchettata nel cartone, scegliete sempre il cartone (ad esempio, il detergente per la lavatrice).

 

  • Se avete bimbi, usate pannolini lavabili. Se siete donne, usate alternative zerowaste a tamponi e assorbenti.
    Io non ho figli, ma sono già andata alla ricerca delle marche migliori. Guardate questo video di Ellen Fisher, una mamma vegana che vive nelle Hawaii. Spiega benissimo come utilizzarli e quali sono i migliori, e in piú sono carinissimi! Come alternative principali a tamponi e assorbenti ho scoperto la coppetta mestruale e intimo a prova di ciclo. Devo essere sincera, non li ho ancora utilizzati, ma sono curiosa.

 

  • Fate i vostri succhi e frullati, invece di comprarli in negozio.
    Sono sicuramente più salutari, ma soprattutto sprecherete meno bottiglie e brick. A fine settimana faccio sempre un succo svuota-frigo buonissimo: mele, zenzero, curcuma, carote, cetriolo, e sedano. Dovreste provarlo, è buonissimo!

 

  • Scambiate i vestiti con amiche e amici.
    Dai via i vestiti che non usi più, ma sono ancora in buono stato e chiedi alle amiche di fare lo stesso. Alcuni mesi fa io e le ragazze del paese ci siamo passate un megasacco di roba di seconda mano. Poi abbiamo portato tutto a un livello top organizzando un mercatino del gratuito, dove ognuno poteva portare quel che non voleva più, lasciarlo su un banco (i banchi erano divisi tra vestiti uomo, vestiti donna, giocattoli e vestiti bimbi, attrezzi, casalinghi e libri) e prendersi quel che gli interessava. E’ stato un successone, con circa cinquanta partecipanti.

 

zero waste

zero waste

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Le migliori applicazioni per uno stile di vita sano

giovedì, Giugno 29th, 2017

In questo articolo elencherò e spiegherò brevemente l’utilizzo delle mie tre applicazioni, per uno stile di vita sano, preferite. Non troverete schede di esercizi fisici, né applicazioni conta-calorie perché, a mio parere, sono inutili; la cosa che mi piace di queste app, è che sono estremamente semplici da utilizzare e non contengono alcuna pubblicità, sono semplicemente degli attrezzi utilissimi da usare quando ne hai bisogno.

Bando alle ciance, ecco le tre applicazioni che uso quotidianamente.

 

App stile di vita sano App stile di vita sano App stile di vita sano

Happy Cow. Non smetterò mai di ripeterlo: un’ applicazione fantastica. La mia applicazione preferita mentre viaggio, essenzialmente si tratta di una mappa di tutti i ristoranti vegani, vegetariani o con scelte vegetariane.

Aprendo Happy Cow potrai scegliere in quale categoria cercare (Vegan, Vegetarian, Veg-Options, Stores+more; vedi immagini), oppure se vuoi puoi vedere tutto ció che c’è nei dintorni puoi cliccare “See Everything Nearby”.

Inoltre, nella barra in basso, potrai cercare, ad esempio, città che hai intenzione di visitare. Così facendo puoi pianificare i tuoi viaggi; infatti potrai salvare le tue destinazioni e i ristoranti che ti attirano maggiormente in una cartella “Viaggi” (“Trips”, in inglese).

Quando apri la pagina di un ristorante vedrai subito a quale categoria appartiene, se è attualmente aperto, quanto è distante, in quale fascia di prezzo cade e quante stelle riceve dai clienti. Ci sarà una piccola introduzione al ristorante lasciata dal primo cliente che ha aggiunto il ristorante, seguita dalle recensioni e foto dei clienti che hanno visitato. Una mappa mostrerà esattamente dove si trova il ristorante, e cliccandoci sopra verrà aperto Maps, per permetterti di darti indicazioni stradali immediatamente.

 

App stile di vita sano App stile di vita sano App stile di vita sano

Calm. Quando i pensieri diventano un po’ troppi, affannanti e pesano sul tuo benessere quotidiano; quando senti che hai bisogno di un momento per tornare in te, presente e tranquillo (“calm”, appunto), a lasciare fluire via i pensieri, questa è l’applicazione ideale per farlo.

Cominciare a meditare non è semplice. Fare attenzione al respiro, cercare di rimanere presente e non farti trasportare dalle mille idee che ti passano per la testa può rendere difficile anche solo provarci, perché siamo portati a dire subito “che stupidaggine, non funziona” (anche io l’ho detto). Questa applicazione vi offre un corso guidato di sette giorni che ti introdurrà al mondo della meditazione. Ti verrà spiegato ogni giorno, da una voce rilassante, in che posizione metterti, come respirare, ecc. Potrai scegliere lo sfondo musicale adatto a te oppure scegliere di meditare in silenzio; il suono di una campana ti avvertirà quando la meditazione è finita.

Dopo aver finito la settimana introduttiva, potrai scegliere di provare da solo con una meditazione a tempo (suonerà una campana quando finisce, e puoi scegliere di meditare da 1 minuto a 8 ore), oppure di meditare finché vuoi (una campana ti ricorderà di rimanere presente).

Oltre alla prima settimana di introduzione alla meditazione, ci sono varie altre meditazioni guidate. Ad esempio, puoi provare il “Body Scan”, “Forgiveness”, oppure “Loving-Kindness”. Queste sono gratis e puoi provarle quando vuoi.

Se vuoi seguire altri “corsi”, quali il corso per dormire meglio, quello per calmare l’ansia, o quello per concentrarti maggiormente, questi saranno a pagamento (€ 4,99 al mese per un abbonamento annuale, €12,99 al mese per un mensile una tantum). Personalmente mi sono regalata un abbonamento annuale perché ero molto curiosa di sentire gli altri corsi. Sinceramente trovavo ripetessero molto quello che viene detto nel corso gratis di base, e quindi non consiglierei espressamente di comprarlo. Devo dire però che da quando mi è scaduto l’abbonamento, sono cambiate molte cose all’interno della app. Sono state aggiunte, ad esempio, meditazioni per bambini, meditazioni da fare mentre cammini, e altre molto interessanti. A voi la scelta.

 

App stile di vita sano App stile di vita sano App stile di vita sano

Daily Dozen. Semplicissima app creata dal team del Dott. Greger, autore di “How Not To Die” (da leggere!). Ti aiuta a tenere a mente quali sono i cibi che dovresti mangiare quotidianamente (spoiler: nessun prodotto di origine animale).

I gruppi sono i seguenti: verdure crucifere (broccoli, cavolo, cavolfiore, cavolo verza, cavolini di bruxelles,..), verdure a foglia verde (spinaci, lattuga, cavolo riccio,..), altre verdure (asparagi, zucchine, pomodori, cipolle,..), legumi (fagioli, lenticchie, tofu, ceci,..), bacche (fragole, lamponi, mirtilli, more, ma anche uva e uvetta), altra frutta (arance, mele, pesche, kiwi, limoni,..), semi di lino, noci, spezie, grani integrali (riso integrale, quinoa, cereali, pasta, pane,..), movimento fisico e acqua.

A primo impatto sembrerà una suddivisione un po’ strana, ma dopo aver letto il libro risulterà chiarissimo cosa intende il Dott. Greger (ad esempio, perché semi di lino e verdure crucifere formano gruppi a se stanti).

Potrai semplicemente spuntare le porzioni che hai già assunto oggi per tenere d’occhio se stai assumendo la nutrizione che il tuo corpo necessita. Per me, la prima regola rimane: ascolta il tuo corpo, ma credo che questa applicazione dia delle linee guida molto interessanti e importanti.