Guida all’acquisto sostenibile per il neonato

lunedì, Luglio 16th, 2018


Come ho fatto ad integrare la mia vita eco-sostenibile con la notizia dell’arrivo del nostro piccolo? In questo articolo voglio condividere con voi alcuni princìpi che abbiamo seguito nel prepararci all’accogliere il nostro gnometto.

Ho sentito dire spesso che un bimbo non può far parte di una vita vegana e/o eco-sostenibile. Certo, con un bambino, si mette al mondo una nuova “macchina creatrice di spazzatura”, e siamo già così tanti a questo mondo, ma non siamo così veloci a trarre conclusioni. A parte, ovviamente, le emozioni e l’amore coinvolti, a mio parere, una nuova vita è una nuova possibilità, una personcina che può crescere a diventare un innovatore, cambiare il mondo, anche se solo un pochino. E poi penso sempre: “pensa se solo le persone alle quali non interessa niente dell’ambiente, degli animali, e della nostra terra, avessero bambini. Quali conseguenze avrebbe?”.

Detto questo, passiamo a cos’ho fatto per ridurre al minimo il consumo di prodotti inutili e la creazione di spazzatura. Spero di poter essere d’aiuto alle future mamme con questi semplici consigli.

  • eliminare le cose superflue

Ricercare e chiedere al maggior numero possibile di mamme quali siano le cose veramente essenziali. Chiedete a tante donne perché ognuno ha necessità e opinioni diverse, potrete così assimilare e decidere cosa si addice alla vostra situazione.

  • vestiti di seconda mano

Non appena ho detto ad alcune amiche di essere incinta, sono arrivate con sacchi pieni di vestitini e accessori che ai loro bimbi non servivano più; cose usate, ma pochissime volte, visto che crescono così in fretta. In tutto mi sono trovata a rovistare in circa sei sacchi enormi pieni di vestiti e ne ho ricavato, posso dire, quasi l’intero guardaroba del nostro bimbo. Ammetto che ho comprato anche dei vestitini, alcune cose che gli metteremo non appena nascerà e quando poi lo porteremo a casa e dei body nuovi. Ma molti dei suoi mesi successivi saranno riempiti di vestitini usati, ma bellissimi, in perfette condizioni e come nuovi.

Ricercando la possibilità di scambiare o regalare i vestitini che non volevo tenere (perché magari non mi piacevano o perché la stagione non sarebbe stata adatta) mi sono imbattuta nel sito dell’ Armadio Verde. E’ un sito dove puoi inviare vestitini usati, ma in buone condizioni. In cambio ricevi stelline che ti permetteranno di acquistare altri vestiti a un prezzo piccolissimo (solitamente 3 euro a pezzo).
Allo stesso modo, ho trovato dei set di vestiti usati (decine di vestiti) a un piccolissimo prezzo su Subito.it. Mia mamma ha ordinato uno di questi set per il nostro bambino su un sito simile olandese e i vestiti che sono arrivati sono veramente meravigliosi e come nuovi.

Ecosostenibilità bambini

  • scambiate (o rivendete) i vestiti

Quando il vostro piccolo crescerà e alcuni vestiti non gli andranno più, dateli via ad un’amica in attesa, o anche a una conoscente: ve ne saranno grate. In alternativa, potete anche fare un bel set di vestitini e venderlo su siti come subito.it come ho accennato qui sopra.

  • usate quello che avete/trovate

Molte cose che serviranno le abbiamo già in casa (asciugamani, il pentolino per sterilizzare eventuali biberon,..), altre possono essere ricavate da quello che possediamo già (bavagli da stoffe e teli, per esempio). Quello che meno spesso succede, ma che mi è capitato, è stato trovare qualcosa che avevo deciso di comprare tra la spazzatura. Nel mio caso è stata una vaschetta per il bagnetto nuova di zecca, trovata tra la spazzatura, con l’etichetta ancora attaccata.

  • accessori di seconda mano

Dopo essermi informata chiedendo ad amiche e conoscenti, mi sono fatta un’idea di ció che vorró avere in casa quando arriverà il piccolo e cosa invece mi sembra superfluo (nel mio caso, bilancia, fasciatoio con vaschetta,..). Sono poi andata alla ricerca di quel che mi servirà: ovviamente, nel mondo dell’usato non sempre trovi esattamente quello che cerchi subito, quindi mi sono messa all’opera presto, verso il quarto/quinto mese. Così online ho trovato il trio, a una frazione di prezzo rispetto all’originale, perfetto, bellissimo (sono ancora molto entusiasta di questo acquisto). Sono sicura che poi lo venderó a mia volta. Allo stesso modo, ho comprato il riduttore per il lettino a 20 euro, invece che a 160/180 euro.

Anche la fascia porta-bebé me l’ha data un’amica il cui figlio non ci è mai voluto stare dentro. Alcuni giochi li aveva ancora mia mamma del suo primo nipotino, alcuni ancora impachettati. Molti libri per bambini li avevo tenuti dalla mia infanzia e li useró per decorare la cameretta. E così via..

  • comprate, se necessario, ma materiali eco-sostenibili e biodegradabili

Dopo tutto questo ambaradan sull’usato è ora di ammettere che ho comprato cose anche io (soprattutto i mobili per la cameretta). Ho cercato il più possibile, però, di evitare di comprare plastica, preferendo materiali più ecosostenibili come il legno.

Ho anche comprato delle salviettine per il cambio, della marca Naty, 100 % compostabili. Non so ancora se le ricompreró o troveró un’alternativa ad un impatto ambientale ancora minore (se avete dei consigli, fatemi sapere!). Infine, per i primi giorni, ho comprato dei pannolini usa e getta, sempre della Naty, per permettermi, almeno in ospedale di abituarmi con calma a tutte le novità.

Ecosostenibilità bambini

  • pannolini lavabili

Come fa una persona ad appassionarsi così tanto ad un argomento come i pannolini? Io non lo so, ma ormai “studio” i pannolini lavabili da alcuni anni (eh sì, già mi interessavano ben prima di rimanere incinta). Le mie prime e validissime informazioni le ho ricevute da questo video di Ellen Fisher. Ho, poi, girato YouTube in lungo e in largo cercando altre opinioni e recensioni, prima di comprare. Infine, sul sito dove ho comprato i pannolini, EcoBaby, ho trovato un bellissimo e comodissimo e-book, che dà tutte le informazioni necessarie a una mamma per scegliere (clicca qui per trovare l’e-book).

Ho scelto di comprare i pannolini nuovi per una questione di igiene. Sapendo che poi dureranno per molti anni e che li potró utilizzare per eventuali futuri fratellini o sorelline, penso sia un investimento molto valido (ho fatto due conti e arrotondando comprando circa 20 pannolini riutilizzabili della marca migliore, spendo quello che spenderei in un anno di pannolini usa e getta). Pensate quanto risparmio di plastica (e di soldi)!

Personalmente, ho scelto i BumGenius 5.0 Pocket. Hanno gli inserti che si possono togliere e adoro i loro colori. Sono i più costosi, ma secondo la mia ricerca, anche i migliori in fatto di contenimento e durabilità. Magari scriveró un articolo in futuro, quando lì avró testati per un po’.

Ecosostenibilità bambini

  • fai-da-te

Per decorare la cameretta una delle cose più belle è mettersi all’opera e creare qualcosa di personale per il bambino. Io ho fatto un semplice dream-catcher, ad esempio. Ma potete anche fare una copertina patch-work, se volete, oppure un disegno.

  • prodotti per l’igiene allo sfuso

Al negozio dello sfuso ho già trovato una linea bimbi. E’ della marca BioLù e include bagnoschiuma e shampoo. Il contenitore è di plastica, ma puó essere riempito di volta in volta. Onestamente, non so se riusciró ad utilizzarla sempre, poiché il prezzo è abbastanza alto, e il negozio dello sfuso non è proprio dietro l’angolo, quindi ho intenzione di andare alla ricerca di uno shampoo solido e anche un sapone solido. Ma per adesso è la soluzione ideale.

Ecosostenibilità bambini

  • libri che insegneranno al bimbo le vostre scelte

Mentre crescerà, cercheró di integrare negli insegnamenti di tutti i giorni, tutte queste cose: gli insegneró che cerchiamo di sprecare il meno possibile, l’amore per la natura e gli animali, e lo faró cercando di renderlo tutto un gioco. Per questo ho pensato che uno dei modi più belli è di insegnare attraverso libri colorati e divertenti. Alcuni esempi sono: The Earth Book di Todd Parr  e V is for Vegan di Ruby Roth.

Questi sono i passi che ho fatto e ho intenzione di fare con l’arrivo del nostro piccolo. Spero che vi abbia potuto ispirare a fare delle scelte zero-waste anche per i vostri piccoli. Se avete altri consigli o domande, fatemi sapere!

 

Il primo trimestre – gravidanza vegana

lunedì, Aprile 9th, 2018

Se mi seguite su Instagram, avrete visto che io e Roberto aspettiamo un piccolino o una piccolina. Evviva! Qui sul blog voglio approfondire come sto vivendo questa gravidanza, dal punto di vista nutrizionale, ma anche personale (emotivo e fisico). Se avete domande, non esitate a scrivermi!

Una gravidanza vegana viene vista da molti come recante pericoli, ma vi assicuro che è perfettamente possibile, sicuro, ed estremamente salutare se mamma e papà hanno una conoscenza nutrizionale di base, e hanno approfondito l’argomento nutrizione vegetale.

gravidanza

Bene, passiamo alla mia esperienza personale.

L’inizio.

Ero sicura di essere incinta, ma era troppo presto per un test. Avevo mal di testa, un mal di testa leggero, ma incessante. Ero stanca, troppo stanca. Lo sentivo e pensavo di essere pazza (avevo da poco avuto un aborto spontaneo e teoreticamente era alquanto improbabile che fossi già incinta). Eppure, la mattina dell’8 gennaio l’ennesimo test risultò positivo.

Sintomi.

Mi considero una delle più fortunate, leggendo le esperienze di altre donne su internet. Inizialmente, come ho detto, avevo solo degli interminabili mal di testa, fastidiosi più che dolorosi.

La stanchezza estrema è il primo sintomo forte che ho avuto. Stanca da quando mi svegliavo, nonostante mangiassi equilibrato, integrale e soprattutto.. tanto! Nonostante dormissi dalle 8 alle 10 ore a notte, nonostante non facessi orari strani al lavoro. Ho cominciato ad addormentarmi sul divano verso le 20.30 ogni giorno, e a svegliarmi più tardi che mai, lavoro permettendo. Sono stata stanca per circa due mesi, e verso le 11-13 settimane la stanchezza ha cominciato ad attenuarsi. E ora, per fortuna, sono più energica di prima!

La nausea ha cominciato a farsi sentire verso la fine del primo mese, proprio fino alla fine del terzo. Sentivo nausea tutto il giorno, tutti i giorni, ma non mi lamento, perché non ho mai rimesso e non era cosí terribile da non permettermi di avere una vita normale.

Fame. A differenza di molte altre ragazze, la fame è stata uno dei miei primi sintomi. I primi tre mesi ho mangiato più “schifezze” del solito, anche se comunque mi sono saputa trattenere nei confronti di quel che il mio cervello mi implorava di mangiare. Nonostante la nausea avevo sempre fame, mentre adesso che sono quasi al quinto mese, ho smesso di strafogarmi, mentre leggo di molte altre donne che cominciano proprio ora. Sono fatta al contrario.

Voglie & Ribrezzi

Ho avuto una sola voglia fino ad adesso. Più che bisogno assoluto di mangiare quella cosa, è un continuo pensare “avrei voglia di.. fragole”. Menomale che sono in stagione e ne sto mangiando a tonnellate.
Anche di ribrezzi ne ho avuto solo uno significativo. Persiste ancora adesso, passato il quarto mese: il disgusto nei confronti della cipolla rosolata e del soffritto. Solo a pensarci mi viene il voltastomaco. Oltre a quello, prediligo i cibi freddi, soprattutto le verdure, a quelli caldi. Quando cuciniamo, che sia pasta, sugo, zuppa, riso,.. ho il voltastomaco. Ma questo non mi trattiene dal mangiare, alla fine come gusto mi piace tutto.

Riflessioni.

Prima di rimanere incinta, forse già da quando ero bambina, sognavo come sarebbe stato esserlo (credo di non essere l’unica). Stranamente, per molto tempo, ho anche avuto una specie di paura di, prima o poi, avere un corpo estraneo dentro il mio.
Ma tutto è risultato essere diverso da quel che mi aspettavo: la nausea non era poi cosí terribile, le voglie non sono così irresistibili, ma soprattutto la connessione tra mamma e figlio è unica. Altroché un corpo estraneo, ho dentro il mio amore, il nostro amore, e non vedo l’ora di crescerlo per questi mesi a venire.