Guida all’acquisto sostenibile per il neonato

lunedì, Luglio 16th, 2018


Come ho fatto ad integrare la mia vita eco-sostenibile con la notizia dell’arrivo del nostro piccolo? In questo articolo voglio condividere con voi alcuni princìpi che abbiamo seguito nel prepararci all’accogliere il nostro gnometto.

Ho sentito dire spesso che un bimbo non può far parte di una vita vegana e/o eco-sostenibile. Certo, con un bambino, si mette al mondo una nuova “macchina creatrice di spazzatura”, e siamo già così tanti a questo mondo, ma non siamo così veloci a trarre conclusioni. A parte, ovviamente, le emozioni e l’amore coinvolti, a mio parere, una nuova vita è una nuova possibilità, una personcina che può crescere a diventare un innovatore, cambiare il mondo, anche se solo un pochino. E poi penso sempre: “pensa se solo le persone alle quali non interessa niente dell’ambiente, degli animali, e della nostra terra, avessero bambini. Quali conseguenze avrebbe?”.

Detto questo, passiamo a cos’ho fatto per ridurre al minimo il consumo di prodotti inutili e la creazione di spazzatura. Spero di poter essere d’aiuto alle future mamme con questi semplici consigli.

  • eliminare le cose superflue

Ricercare e chiedere al maggior numero possibile di mamme quali siano le cose veramente essenziali. Chiedete a tante donne perché ognuno ha necessità e opinioni diverse, potrete così assimilare e decidere cosa si addice alla vostra situazione.

  • vestiti di seconda mano

Non appena ho detto ad alcune amiche di essere incinta, sono arrivate con sacchi pieni di vestitini e accessori che ai loro bimbi non servivano più; cose usate, ma pochissime volte, visto che crescono così in fretta. In tutto mi sono trovata a rovistare in circa sei sacchi enormi pieni di vestiti e ne ho ricavato, posso dire, quasi l’intero guardaroba del nostro bimbo. Ammetto che ho comprato anche dei vestitini, alcune cose che gli metteremo non appena nascerà e quando poi lo porteremo a casa e dei body nuovi. Ma molti dei suoi mesi successivi saranno riempiti di vestitini usati, ma bellissimi, in perfette condizioni e come nuovi.

Ricercando la possibilità di scambiare o regalare i vestitini che non volevo tenere (perché magari non mi piacevano o perché la stagione non sarebbe stata adatta) mi sono imbattuta nel sito dell’ Armadio Verde. E’ un sito dove puoi inviare vestitini usati, ma in buone condizioni. In cambio ricevi stelline che ti permetteranno di acquistare altri vestiti a un prezzo piccolissimo (solitamente 3 euro a pezzo).
Allo stesso modo, ho trovato dei set di vestiti usati (decine di vestiti) a un piccolissimo prezzo su Subito.it. Mia mamma ha ordinato uno di questi set per il nostro bambino su un sito simile olandese e i vestiti che sono arrivati sono veramente meravigliosi e come nuovi.

Ecosostenibilità bambini

  • scambiate (o rivendete) i vestiti

Quando il vostro piccolo crescerà e alcuni vestiti non gli andranno più, dateli via ad un’amica in attesa, o anche a una conoscente: ve ne saranno grate. In alternativa, potete anche fare un bel set di vestitini e venderlo su siti come subito.it come ho accennato qui sopra.

  • usate quello che avete/trovate

Molte cose che serviranno le abbiamo già in casa (asciugamani, il pentolino per sterilizzare eventuali biberon,..), altre possono essere ricavate da quello che possediamo già (bavagli da stoffe e teli, per esempio). Quello che meno spesso succede, ma che mi è capitato, è stato trovare qualcosa che avevo deciso di comprare tra la spazzatura. Nel mio caso è stata una vaschetta per il bagnetto nuova di zecca, trovata tra la spazzatura, con l’etichetta ancora attaccata.

  • accessori di seconda mano

Dopo essermi informata chiedendo ad amiche e conoscenti, mi sono fatta un’idea di ció che vorró avere in casa quando arriverà il piccolo e cosa invece mi sembra superfluo (nel mio caso, bilancia, fasciatoio con vaschetta,..). Sono poi andata alla ricerca di quel che mi servirà: ovviamente, nel mondo dell’usato non sempre trovi esattamente quello che cerchi subito, quindi mi sono messa all’opera presto, verso il quarto/quinto mese. Così online ho trovato il trio, a una frazione di prezzo rispetto all’originale, perfetto, bellissimo (sono ancora molto entusiasta di questo acquisto). Sono sicura che poi lo venderó a mia volta. Allo stesso modo, ho comprato il riduttore per il lettino a 20 euro, invece che a 160/180 euro.

Anche la fascia porta-bebé me l’ha data un’amica il cui figlio non ci è mai voluto stare dentro. Alcuni giochi li aveva ancora mia mamma del suo primo nipotino, alcuni ancora impachettati. Molti libri per bambini li avevo tenuti dalla mia infanzia e li useró per decorare la cameretta. E così via..

  • comprate, se necessario, ma materiali eco-sostenibili e biodegradabili

Dopo tutto questo ambaradan sull’usato è ora di ammettere che ho comprato cose anche io (soprattutto i mobili per la cameretta). Ho cercato il più possibile, però, di evitare di comprare plastica, preferendo materiali più ecosostenibili come il legno.

Ho anche comprato delle salviettine per il cambio, della marca Naty, 100 % compostabili. Non so ancora se le ricompreró o troveró un’alternativa ad un impatto ambientale ancora minore (se avete dei consigli, fatemi sapere!). Infine, per i primi giorni, ho comprato dei pannolini usa e getta, sempre della Naty, per permettermi, almeno in ospedale di abituarmi con calma a tutte le novità.

Ecosostenibilità bambini

  • pannolini lavabili

Come fa una persona ad appassionarsi così tanto ad un argomento come i pannolini? Io non lo so, ma ormai “studio” i pannolini lavabili da alcuni anni (eh sì, già mi interessavano ben prima di rimanere incinta). Le mie prime e validissime informazioni le ho ricevute da questo video di Ellen Fisher. Ho, poi, girato YouTube in lungo e in largo cercando altre opinioni e recensioni, prima di comprare. Infine, sul sito dove ho comprato i pannolini, EcoBaby, ho trovato un bellissimo e comodissimo e-book, che dà tutte le informazioni necessarie a una mamma per scegliere (clicca qui per trovare l’e-book).

Ho scelto di comprare i pannolini nuovi per una questione di igiene. Sapendo che poi dureranno per molti anni e che li potró utilizzare per eventuali futuri fratellini o sorelline, penso sia un investimento molto valido (ho fatto due conti e arrotondando comprando circa 20 pannolini riutilizzabili della marca migliore, spendo quello che spenderei in un anno di pannolini usa e getta). Pensate quanto risparmio di plastica (e di soldi)!

Personalmente, ho scelto i BumGenius 5.0 Pocket. Hanno gli inserti che si possono togliere e adoro i loro colori. Sono i più costosi, ma secondo la mia ricerca, anche i migliori in fatto di contenimento e durabilità. Magari scriveró un articolo in futuro, quando lì avró testati per un po’.

Ecosostenibilità bambini

  • fai-da-te

Per decorare la cameretta una delle cose più belle è mettersi all’opera e creare qualcosa di personale per il bambino. Io ho fatto un semplice dream-catcher, ad esempio. Ma potete anche fare una copertina patch-work, se volete, oppure un disegno.

  • prodotti per l’igiene allo sfuso

Al negozio dello sfuso ho già trovato una linea bimbi. E’ della marca BioLù e include bagnoschiuma e shampoo. Il contenitore è di plastica, ma puó essere riempito di volta in volta. Onestamente, non so se riusciró ad utilizzarla sempre, poiché il prezzo è abbastanza alto, e il negozio dello sfuso non è proprio dietro l’angolo, quindi ho intenzione di andare alla ricerca di uno shampoo solido e anche un sapone solido. Ma per adesso è la soluzione ideale.

Ecosostenibilità bambini

  • libri che insegneranno al bimbo le vostre scelte

Mentre crescerà, cercheró di integrare negli insegnamenti di tutti i giorni, tutte queste cose: gli insegneró che cerchiamo di sprecare il meno possibile, l’amore per la natura e gli animali, e lo faró cercando di renderlo tutto un gioco. Per questo ho pensato che uno dei modi più belli è di insegnare attraverso libri colorati e divertenti. Alcuni esempi sono: The Earth Book di Todd Parr  e V is for Vegan di Ruby Roth.

Questi sono i passi che ho fatto e ho intenzione di fare con l’arrivo del nostro piccolo. Spero che vi abbia potuto ispirare a fare delle scelte zero-waste anche per i vostri piccoli. Se avete altri consigli o domande, fatemi sapere!

 

Il primo trimestre – gravidanza vegana

lunedì, Aprile 9th, 2018

Se mi seguite su Instagram, avrete visto che io e Roberto aspettiamo un piccolino o una piccolina. Evviva! Qui sul blog voglio approfondire come sto vivendo questa gravidanza, dal punto di vista nutrizionale, ma anche personale (emotivo e fisico). Se avete domande, non esitate a scrivermi!

Una gravidanza vegana viene vista da molti come recante pericoli, ma vi assicuro che è perfettamente possibile, sicuro, ed estremamente salutare se mamma e papà hanno una conoscenza nutrizionale di base, e hanno approfondito l’argomento nutrizione vegetale.

gravidanza

Bene, passiamo alla mia esperienza personale.

L’inizio.

Ero sicura di essere incinta, ma era troppo presto per un test. Avevo mal di testa, un mal di testa leggero, ma incessante. Ero stanca, troppo stanca. Lo sentivo e pensavo di essere pazza (avevo da poco avuto un aborto spontaneo e teoreticamente era alquanto improbabile che fossi già incinta). Eppure, la mattina dell’8 gennaio l’ennesimo test risultò positivo.

Sintomi.

Mi considero una delle più fortunate, leggendo le esperienze di altre donne su internet. Inizialmente, come ho detto, avevo solo degli interminabili mal di testa, fastidiosi più che dolorosi.

La stanchezza estrema è il primo sintomo forte che ho avuto. Stanca da quando mi svegliavo, nonostante mangiassi equilibrato, integrale e soprattutto.. tanto! Nonostante dormissi dalle 8 alle 10 ore a notte, nonostante non facessi orari strani al lavoro. Ho cominciato ad addormentarmi sul divano verso le 20.30 ogni giorno, e a svegliarmi più tardi che mai, lavoro permettendo. Sono stata stanca per circa due mesi, e verso le 11-13 settimane la stanchezza ha cominciato ad attenuarsi. E ora, per fortuna, sono più energica di prima!

La nausea ha cominciato a farsi sentire verso la fine del primo mese, proprio fino alla fine del terzo. Sentivo nausea tutto il giorno, tutti i giorni, ma non mi lamento, perché non ho mai rimesso e non era cosí terribile da non permettermi di avere una vita normale.

Fame. A differenza di molte altre ragazze, la fame è stata uno dei miei primi sintomi. I primi tre mesi ho mangiato più “schifezze” del solito, anche se comunque mi sono saputa trattenere nei confronti di quel che il mio cervello mi implorava di mangiare. Nonostante la nausea avevo sempre fame, mentre adesso che sono quasi al quinto mese, ho smesso di strafogarmi, mentre leggo di molte altre donne che cominciano proprio ora. Sono fatta al contrario.

Voglie & Ribrezzi

Ho avuto una sola voglia fino ad adesso. Più che bisogno assoluto di mangiare quella cosa, è un continuo pensare “avrei voglia di.. fragole”. Menomale che sono in stagione e ne sto mangiando a tonnellate.
Anche di ribrezzi ne ho avuto solo uno significativo. Persiste ancora adesso, passato il quarto mese: il disgusto nei confronti della cipolla rosolata e del soffritto. Solo a pensarci mi viene il voltastomaco. Oltre a quello, prediligo i cibi freddi, soprattutto le verdure, a quelli caldi. Quando cuciniamo, che sia pasta, sugo, zuppa, riso,.. ho il voltastomaco. Ma questo non mi trattiene dal mangiare, alla fine come gusto mi piace tutto.

Riflessioni.

Prima di rimanere incinta, forse già da quando ero bambina, sognavo come sarebbe stato esserlo (credo di non essere l’unica). Stranamente, per molto tempo, ho anche avuto una specie di paura di, prima o poi, avere un corpo estraneo dentro il mio.
Ma tutto è risultato essere diverso da quel che mi aspettavo: la nausea non era poi cosí terribile, le voglie non sono così irresistibili, ma soprattutto la connessione tra mamma e figlio è unica. Altroché un corpo estraneo, ho dentro il mio amore, il nostro amore, e non vedo l’ora di crescerlo per questi mesi a venire.

Perché i vegani non bevono il latte?

venerdì, Gennaio 19th, 2018

Me lo chiedevo anche io fino a tre anni fa circa. Mi ricordo esattamente il giorno che mia mamma mi disse “mica avrai mai intenzione di diventare vegana?” (ero vegetariana da alcuni anni) e io le risposi “ma figurati”, pensando “come farei senza formaggio?”. “Chissà come mai i vegani non mangiano il formaggio. Chissà come mai non bevono il latte”. Con questo articolo torno indietro di alcuni anni e rispondo a ogni mia perplessità, e magari anche alle vostre.

La prima domanda che ci dovremmo porre è la seguente: da dove viene il latte? Il latte, come tutti noi sappiamo è creato dalla mucca. Corretto. Ma il latte viene anche creato dalla capra, dall’asino, dalla scimmia, e.. dalla donna.

A cosa serve il latte? Il latte viene prodotto dalla madre (la mamma mucca, la mamma capra, la mamma asino, la mamma scimmia e la mamma umana) per il proprio piccolino appena nato, per nutrirlo e farlo crescere forte e sano. Il latte contiene tutto ciò di cui il piccolo mammifero ha bisogno nel primo stadio della sua vita.

Il latte della mucca, quindi, è il mix perfetto di nutrienti per far crescere forte e sano un vitello dalla nascita, fino a farlo diventare un bestione di centinaia di chili.

Affinché possa finire sulla nostra tavola, nei nostri cereali, oppure nel caffè, il latte ovviamente non deve essere bevuto dal vitello, se no non ne rimane per noi. Quindi il vitellino, momenti dopo la nascita viene allontanato dalla mamma e portato al macello. Sia le mamme mucche, che i vitellini, in questo momento vivono uno shock incredibile. Pensate a come si sentirebbe una donna se le venisse portato via il bambino appena dopo averlo partorito. La mamma piange per giorni e torna spesso nel luogo dove ha visto per l’ultima volta il suo piccolo.

Il vitello maschio viene immediatamente portato al macello, dove verrà ucciso a pochi giorni dalla nascita. La femmina, invece, farà la stessa fine della madre. Verrà messa incinta in modo crudele, da un macchinario che viene inserito all’interno della vagina della mucca in maniera violenta, per poi vedere il suo piccolo allontanato subito dopo la nascita. Produrrà latte finché, stremata, morirà.

Quando scoprii questa realtà che adesso mi sembra così logica, rimasi stupita. Come avevo fatto a non pensare che la mucca produce il latte per il vitello? Poi ho visto dei video strazianti, ma veri, che mostrano la pura realtà del fatti.

Dopo 5-7 anni le mucche sono stremate dallo sfruttamento che hanno subito e vengono portate al macello. Queste mucche in natura vivrebbero fino a 25-30 anni.

Dal punto di vista nutrizionale mi basta dire che il latte è un alimento che esiste per il vitello e che lo fa crescere forte e robusto a partire dalla nascita, quando pesa un paio di centinaia di chili, fino all’età adulta, quando si trasforma (grazie al latte) in un bestione di una tonnellata. Preferisco, quindi, bere delle alternative vegetali che non portano con sé ormoni della crescita fatti per un vitello.

Ci sono tantissime alternative facilmente reperibili nel supermercati. Il mio preferito è il latte di avena, seguito da quello di farro. Ma ci sono anche latte di soja, di riso, di kamut, .. Se volete li trovate anche nelle varianti al cioccolato, alla vaniglia, al caffè,..

Per il formaggio, invece, potete usare il lievito alimentare come un’alternativa sulla pasta e come insaporitore (il gusto non è proprio uguale). Mentre potete fare i formaggi vegetali a casa vostra, a base di tofu e anacardi, ad esempio. Ma siamo onesti, in fondo anche senza queste alternative, senza formaggio non si muore (ricordo che il formaggio crea dipendenza a causa della caseomorfina contenuta nello stesso, quindi all’inizio magari crederai di morire, ma non succedera).

Il burro puó essere sostituito con l’olio di cocco, l’olio di semi, l’avocado e, seppur non la mia scelta preferita, la margarina.

Spero che questo articolo vi dia uno sguardo nel mondo che vedo. Il consumo di latte e derivati porta con sé la stessa sofferenza dell’uccisione degli animali per la carne. Non ha alcun senso quindi (anche se l’ho pensato per anni), smettere di mangiare carne e pesce, ma ostinarsi a bere il latte e mangiare il formaggio, per quanto possa essere considerato buono. Non ne vale la pena.

FAQs – Frequently Asked Questions

venerdì, Gennaio 5th, 2018

Qui sotto rispondo alle domande che mi vengono poste più spesso: sul veganesimo, sulla salvaguardia dell’ambiente, su di me, .. Questo articolo riporta la pagina FAQ che trovate linciato sulla destra dello schermo, ma credo sia utile anche pubblicarlo come articolo in modo da permettere al maggior numero possibile di persone di leggerlo. 

Se avete altre domande non esitate a porle nei commenti, a scrivermi un’e-mail o un messaggio privato. Aggiornerò di tanto in tanto questo spazio pubblicando le domande che mi invierete (a patto che non si tratti di una domanda di carattere troppo personale).

Disclaimer: non sono un medico e quindi non posso dare consigli di tipo medico o dietetico. Tutto quello che scrivo e dico è il ricavato della mia esperienza personale. Ogni corpo e ogni persona è diversa e ha un fabbisogno giornaliero proprio, inoltre ognuno di noi risponde in maniera personale all’assunzione di diversi cibi e bevande (ad esempio, quel che a me può dare una reazione allergica, a te può far stare benissimo). Io spero solo di potervi ispirare a fare delle scelte più sane per sentirvi al meglio.

Vegan

Perché diventare vegano?

Scriverò un post più approfondito rispondendo a questa domanda, ma per il momento voglio riassumere in breve in questo modo:

a. Etico
Il veganesimo è un impegno morale alla non-violenza, un impegno contro la dissonanza morale e lo specismo.
Vediamo i nostri cani e gatti come amici: li accarezziamo, li amiamo, soffriamo quando muoiono, nonostante non parlino la nostra stessa lingua e non abbiamo il nostro quoziente intellettivo. Ci tirano su di morale quando siamo tristi, li lasciamo liberamente girare in casa, amiamo la loro compagnia e ci mancano quando non ci sono.
Mucche, agnelli e pesci, invece, vengono uccisi in massa (clicca qui per vedere quanti ne muoiono ogni giorno), dopo una vita passata in un carcere, maltrattati e umiliati. Se è considerato sbagliato maltrattare un cane o un gatto, perché maltrattare e uccidere un maiale non lo sarebbe?
E’ ormai indiscutibile il fatto che gli animali provino emozioni come noi umani. Il veganesimo non è volto a sostituire la compassione per i nostri simili con quella verso gli animali, ma ad andare contro lo specismo, quindi ad allargare questa compassione anche alle altre specie.

b. Ambiente
L’industria della carne e dei prodotti caseari ha un impatto incredibilmente pesante sull’ambiente. Non ci viene insegnato a scuola e non viene spesso affrontato dai media, ma queste industrie sono responsabili della produzione di una quantità di CO2 enorme. I numeri cambiano a seconda degli studi, ma sono tutti d’accordo sul fatto che questa industria crei più CO2 di tutte le forme di trasporto messe insieme.
Se volete diminuire la vostra impronta ecologica, diventare vegani potrebbe essere la risposta migliore.
Alcuni dei motivi per i quali l’allevamento degli animali è dannosa per l’ambiente (fonte: http://www.cowspiracy.com/infographic ) :
– elevata emissione di CO2
– deforestazione
– elevato utilizzo e inquinamento dell’acqua
– metano emanato da scarti / escrementi
Per tutte le fonti clicca qui.

c. Salute
Sempre più persone provano a seguire una dieta vegana per sentirne gli effetti positivi sulla salute: più energia, pelle più luminosa, unghie e capelli più forti,.. (https://www.vegansociety.com/go-vegan/health). Molti, purtroppo, la vedono ancora come una dieta dannosa, non equilibrata ed estrema.
In realtà, una dieta vegana ben equilibrata esiste ed è adeguata, dal punto di vista nutrizionale, a ogni fase della vita dell’uomo. Anzi, in molti casi aiuta a ridurre il rischio di cancro e altre malattie quali diabete, asma, e malattie cardiovascolari. Per informarmi adeguatamente a questo proposito ho letto due libri, oltre a varie ricerche scientifiche pubblicate online (facendo attenzione a chi sponsorizza la ricerca) che mi hanno confermato che la mia esperienza personale non fosse solamente un effetto placebo: “How Not To Die” di Michael Greger e “The China Study” di T. Colin Campbell e Thomas M. II Campbell.

Cosa non mangiano e non utilizzano i vegani?

Il veganesimo non è solamente una scelta legata alla dieta, ma una scelta globale, che tocca ogni aspetto della vita quotidiana (niente panico, essere consapevoli di ciò che consumiamo comporta un po’ di studio, ma prometto che ti renderà più felice e in armonia con te stesso e il mondo che ti circonda).
I vegani non mangiano carne, pesce, latte e derivati, uova e miele.
I vegani non consumano prodotti di bellezza contenenti prodotti di origine animali e/o testati sugli animali (trucchi, creme, shampoo, balsamo), prodotti per le pulizie e l’arredamento della casa contenti prodotti di origine animale (detersivi, sapone, candele, poltrone, divani), non vanno al circo o allo zoo e in viaggio decidono di non andare a fare il giro sull’elefante, perché questi animali non vengono tenuti in condizioni adatte e vengono sfruttati al fine di intrattenere un pubblico umano.
Vestono abiti e calzano scarpe fatte solamente con materiali non ottenuti dagli animali (niente seta, cuoio e lana).

Detto questo, voglio sottolineare che non esiste un vegano perfetto. E’ impossibile diventare vegano in una botta sola e sono certa che ogni vegano a volte faccia delle scelte sbagliate (che sia consapevolmente o no) riguardo ai prodotti che utilizza. Facciamo del nostro meglio, ed è questa la cosa che conta di più.

Cosa mangiano i vegani oltre all’insalata?

Molti pensano che i vegani vivano di insalata e amore. La realtà dei fatti si trova dall’altra parte dello spettro. In generale, la dieta vegana è caratterizzata dall’abbondanza; abbondanza di frutta e verdura, legumi e cereali, noci e semi. Inoltre, siamo portati a sperimentare di più, allontanandoci dalla cucina alla quale siamo stati abituati fin da piccoli, scoprendo di conseguenza ingredienti nuovi e meno conosciuti dagli altri consumatori.
L’insalata è tutto ciò che fino a poco tempo fa un vegano poteva trovare nel menù dell’osteria del paese, quando andavi a mangiare con gli amici. Forse è per quello che molte persone pensano che i vegani mangino solo quello. C’era, e molte volte c’è tuttora, una mancanza di scelte vegane nei ristoranti tradizionali. A questo è arrivata l’ora di dare un cambiamento, non credete?
Presto condividerò dei biglietti da visita che potrete dare al ristorante dove avete trovato la scelta vegana per ringraziarli, e al ristorante dove l’opzione vegana non c’è ancora per incitarli a fare questo piccolo passo in più. Il tutto con un sorriso.

Costa tanto essere vegano?

No. Mangiare vegano può costare molto se decidi di vivere esclusivamente di superfoods (spirulina, semi di lino, macha, mirtilli, semi di chia); Ma se compri semplicemente frutta, verdura, legumi e cereali a volontà, e l’indispensabile quantità di noci e semi, non spenderai un centesimo in più di un onnivoro, anzi, potresti risparmiare anche un bel gruzzoletto. Inoltre, generalizzando, vegani e vegetariani sono attenti alla salute e quindi non fumano e bevono meno alcool, altri due fattori che contribuiscono cospicuamente al conto di fine mese.
Personalmente, mi piace sapere che posso benissimo, una volta al mese, comprarmi un bel barattolo di semi di canapa in più da aggiungere ai miei frullati, perché anche questo mese non ho fumato nemmeno una sigaretta.

Bisogna prendere integratori? Quali?

Sì, se decidi di diventare vegano, dovrai prendere un integratore di vitamina B12. Non ti preoccupare, non c’è niente di innaturale nel prendere un integratore. Viviamo in una società moderna e all’avanguardia, che si è evoluta allontanandosi dalla vita nella natura alla quale erano abituati i nostri antenati. La vitamina B12 è originariamente presente nei batteri, e potremmo assumerne abbastanza se bevessimo una barilata di acqua fresca di sorgente non filtrata, ma visto che probabilmente nessuno di noi è disposto a farlo, è importante integrare. I sintomi di un’insufficienza di vitamina B12 si manifestano solamente dopo un lungo periodo, e molte volte viene individuata solamente attraverso un’analisi del sangue.

Perché gli onnivori non devono integrare la vitamina B12?

Gli animali che gli onnivori mangiano, producono B12 attraverso i batteri presenti nel loro apparato digerente . Inoltre, spesso ricevono a loro volta integratori. Perciò la loro carne e i loro derivati, contengono ancora in parte la vitamina.

Quali sono le risorse che hai utilizzato per informarti sul veganesimo?
Di seguito troverete elencati documentari, libri, siti web, ecc. che ho utilizzato e utilizzo tuttora. Notate che alcuni sono in madrelingua inglese.

Documentari
Cowspiracy
What The Health
Forks Over Knives
Earthlings

Libri
How Not to Die
The China Study

Blog e websites
Nutritionfacts.org
Famiglia Veg
Io Scelgo Veg
Scienza vegetariana
PETA

YouTube
James Aspey
Gary Yourofsky
Earthling Ed

Eco-friendly lifestyle

Quali prodotti mi consigli di eliminare per sprecare e inquinare meno?

Prima di tutto, non comprate le bottiglie d’acqua, vi prego. Nella maggior parte dei casi, l’acqua del rubinetto è potabile, e se siete fortunati avete anche qualche sorgente nelle vicinanze dove riempire delle bottiglia di acqua fresca. Se siete ancora scettici, potreste investire dei soldi in più per comprare un filtro (da attaccare direttamente al rubinetto o una brocca con un filtro intercambiabile).
Evitate di utilizzare piatti e posate di plastica a pranzo e cena, sono consapevole che a volte sia più facile, soprattutto ai ritmi di vita di oggi. Dovrete ritagliare quei dieci minuti per lavare i piatti, ma eviterete di buttare quantità enormi di plastica.

Portate sempre una borsa di cotone per portare la vostra spesa. Non chiedete sempre il sacchetto alla cassa. E’ vero, spesso sono fatti di un materiale biodegradabile, ma è sempre meglio non doverlo usare, no? Inoltre potete anche comprare dei sacchetti riutilizzabili (come questi) per la frutta e la verdura, per evitare di usare i sacchetti nel reparto ortofrutticolo (non ho mai avuto problemi alla cassa utilizzandoli).

Chiedete che il drink vi venga servito senza cannuccia. Un piccolo gesto per evitare uno spreco di innumerevoli pezzi di plastica.
Infine, immancabili in questa lista, i prodotti di origine animale. Il perché l’ho spiegato qui sopra, nella risposta alla domanda “Perché diventare vegano?”.

Quali prodotti consigli per essere più eco-friendly?

Basta una borsa di cotone per portare la spesa e una bottiglia di latta (o altro materiale resistente) da portare sempre con te. Se vuoi, puoi anche portarti appresso delle posate riutilizzabili e una cannuccia in bambù o metallo, nel caso mangiassi fuori e ti portassero le posate di plastica. Anche un barattolo (o due, o tre) di vetro può risultare utile se trovassi un supermercato con i prodotti sfusi (pasta, riso, cereali, ecc.).

Benessere

Posso aumentare la massa muscolare mangiando vegano?

Assolutamente sì. Sinceramente non sono a conoscenza dell’esatta quantità di macro- e micronutrienti che bisogna assumere quando si vuole avere un tono muscolare maggiore perché non me ne sono mai interessata. Posso però linkarvi alcuni ragazzi vegani che sono prova vivente della mia risposta: SimnetNutrition, Nimail Delgado, Massimo Brunaccioni, Tim Shieff, Rich Roll,..

Perché nei frullati metti la spirulina, i semi di lino, i semi di canapa, eccetera?

Perché apportano un componente nutrizionale positivo. Cercherò di aggiungere, dove utilizzo questi prodotti, una piccola descrizione della loro derivazione e del loro impatto positivo sulla salute.
Come ho specificato sopra non sono assolutamente indispensabili in una dieta vegana, sono solamente un qualcosa in più.

Viaggi

E’ difficile mangiare vegano durante un viaggio?

Ho fatto un solo lungo viaggio da quando sono diventata vegana. Durante questo viaggio abbiamo visitato l’India, il Vietnam, la Cambogia e la Thailandia. Sono sempre riuscita a mangiare vegano circa tre volte al giorno, quindi non posso affermare sia difficile. Certo, in alcuni posti è più facile rispetto ad altri, ma è sempre fattibile e ho scoperto posti incredibili e ho avuto conversazioni simpatiche grazie a questa mia piccola esigenza in più.

Se siete curiosi sul come ho mangiato vegano ogni giorno durante i due mesi e mezzo di questo viaggio, presto condividerò un video con i miei cinque consigli più importanti affiancato da un articolo a proposito.

Su di me

Quando sei diventata vegetariana e quando vegana?

All’incirca all’età di 8 anni decisi di non voler mangiare più carne. Poi fui costretta dal medico di famiglia e dai miei genitori a mangiarla almeno una volta a settimana, finché non ricominciai a vederla come una cosa normale e a darci poco pensiero. Avevo 20 anni quando decisi di tornare a diventare vegetariana; vivevo da sola ed era una conseguenza naturale e logica di tutto quel che avevo imparato da piccola osservando la natura e gli animali.
Sono, invece, diventata vegana all’inizio del 2016 dopo un lungo periodo di riflessione su cosa avrebbe comportato questa scelta. Fino a circa un anno prima ritenevo il veganesimo estremo, come molti; non avevo idea che per la mia colazione a base di yogurt o uova, dovessero soffrire e morire pulcini, galline, vitelli e mucche. Non appena, attraverso documentari informativi quali Cowspiracy e Earthlings, ne venni a conoscenza, la decisione di diventare vegana fu la più importante decisione che potessi prendere.

Cosa mi ha fatto dubitare per qualche tempo?

Essenzialmente due cose: prima di tutto, la consapevolezza di non essere abbastanza informata sulle conseguenze di salute nell’adottare una dieta vegana; Essenzialmente, sapevo di non sapere. Poi, la consapevolezza che avrei dovuto affrontare critiche di persone che non capiscono e ignorano la vera situazione delle industrie della carne, dei latticini, delle uova, dei prodotti di bellezza, eccetera. Perciò mi sono concessa un periodo di studio e riflessione durante il quale ho letto libri, studi scientifici, visto altri documentari, ascoltato podcast, e nel momento in cui ho stabilito di avere abbastanza informazioni sia per rispondere in maniera adeguata alle persone che criticano questo stile di vita con dei fatti, sia per poter dire che una dieta vegana è assolutamente salutare (con alcuni accorgimenti, quali l’integrazione della vitamina B12) e, anzi, andrebbe consigliata a tutti.

Obiettivo meno rifiuti – I primi passi

domenica, Ottobre 8th, 2017

Da alcuni anni sono più cosciente di quanti rifiuti produco settimanalmente. Sono arrivata al punto di considerare il riciclo, il riuso e l’astinenza dalla plastica una priorità nella nostra vita casalinga (# zero waste). Essere consapevoli di ciò che si butta è importante e necessario, e incorporare nella vita quotidiana alcuni accorgimenti per diminuire la quantità di rifiuti che produciamo è facile. Ecco quindi cosa possiamo fare cominciare a diminuire la quantità di rifiuti che produciamo.

 

  • Abolite le bottiglie di plastica.
    Non ho mai visto tante bottiglie di plastica come qua in Italia! Molte persone vanno al supermercato e riempiono il carrello di casse d’acqua. Ma non ce n’è assolutamente bisogno! L’acqua del rubinetto è potabile (guardate questo video, è molto interessante). Io riempio sempre una bottiglia di latta e la porto con me. Ma se avete ancora dubbi, potete comprare una caraffa con il filtro, oppure investire in un sistema di filtraggio avanzato. In ogni caso risparmierete molti soldi non comprando l’acqua in bottiglia, ma soprattutto eviterete di buttare centinaia di bottiglie di plastica l’anno.

 

  • Non usate piatti e posate usa e getta.
    Molte famiglie lo fanno, perché è semplice, soprattutto quando la famiglia è composta da molte persone. Dopo mangiato, si butta tutto nella spazzatura e via! Ma provate a immaginare quante tonnellate di plastica vengono buttate solamente perché non vogliamo lavare i piatti. Io cerco di offrirmi sempre di lavare i piatti quando sono ospite, per ringraziare dell’ospitalità.

 

  • Portate sacchetti riutilizzabili per la spesa e l’ortofrutta (ad esempio questi).
    Questo è il mio punto forte, e vi spiego il perché: prima di tutto darete il buon esempio. Non abbiate paura, nessuno vi sgriderà che non state usando il sacchetto di plastica del negozio. Inoltre riceverete un sacco di complimenti e vi chiederanno dove li avrete comprati. Così, in modo estremamente semplice, ispirerete più persone ad usare sacchetti riutilizzabili di volta in volta.

 

  • Comprate al negozio dello sfuso.
    Devo ammettere che non sono bravissima a farlo. Quando mi sono trasferita in Italia mi sono messa a cercare un negozio dello sfuso nelle vicinanze, ma proprio non c’era. Poi, ad un tratto, quest’estate mi è comparsa un’inserzione su facebook di un negozio dello sfuso a 45 minuti da qua. Appena aperto e fornito benissimo con quasi tutti ció che utilizziamo e mangiamo. E’ un pochino lontano per andarci spesso, ma proviamo a farlo quando possiamo.

 

  • Comprate direttamente dal contadino.
    Rendete felice un piccolo imprenditore, sapete chi ha prodotto il vostro cibo ed evitate tutte le confezioni che vengono fornite con i prodotti venduti nel supermercato. Portate un sacchetto di stoffa e chiedete di utilizzarlo. Saranno ben contenti di non utilizzare l’ennesimo sacchetto.

 

  • Portate una bottiglia di alluminio.
    Prima di uscire riempite una bottiglia di alluminio e via! Mi raccomando, non riutilizzate molte volte le bottigliette di plastica perché col tempo potrebbero staccarsi particelle dannose. Investite una ventina di euro in una bella bottiglia di alluminio e mostratela a tutti. Siate fieri di aver scelto un’alternativa riutilizzabile.

 

  • Ricercate marche zero waste.
    Ricordate sempre che votiamo con i nostri soldi. Sosteniamo aziende che hanno veramente a cuore l’ambiente. Sempre più marche nuove e innovative stanno sbarcando in Italia. Marche che hanno la missione di venderci qualcosa, ma senza imballaggi inutili. Marche per le quali questo è un vero e proprio statement: gli imballaggi sono superflui! Ad esempio, per la cura del corpo, ho scoperto casualmente su Instagram, Lamazuna, una marca fantastica che produce tantissimi prodotti per corpo, viso e denti zerowaste (a breve scriveró un post interamente dedicato a loro, visto che ho avuto l’occasione di provare i loro prodotti).

 

  • Se dovete scegliere tra un sacchetto di plastica e una scatola di cartone, scegliete il cartone.
    Quando di due prodotti c’è la versione impacchettata in un sacchetto di plastica, a volte piú volte, mentre un altro marchio propone un’alternativa identica o simile impacchettata nel cartone, scegliete sempre il cartone (ad esempio, il detergente per la lavatrice).

 

  • Se avete bimbi, usate pannolini lavabili. Se siete donne, usate alternative zerowaste a tamponi e assorbenti.
    Io non ho figli, ma sono già andata alla ricerca delle marche migliori. Guardate questo video di Ellen Fisher, una mamma vegana che vive nelle Hawaii. Spiega benissimo come utilizzarli e quali sono i migliori, e in piú sono carinissimi! Come alternative principali a tamponi e assorbenti ho scoperto la coppetta mestruale e intimo a prova di ciclo. Devo essere sincera, non li ho ancora utilizzati, ma sono curiosa.

 

  • Fate i vostri succhi e frullati, invece di comprarli in negozio.
    Sono sicuramente più salutari, ma soprattutto sprecherete meno bottiglie e brick. A fine settimana faccio sempre un succo svuota-frigo buonissimo: mele, zenzero, curcuma, carote, cetriolo, e sedano. Dovreste provarlo, è buonissimo!

 

  • Scambiate i vestiti con amiche e amici.
    Dai via i vestiti che non usi più, ma sono ancora in buono stato e chiedi alle amiche di fare lo stesso. Alcuni mesi fa io e le ragazze del paese ci siamo passate un megasacco di roba di seconda mano. Poi abbiamo portato tutto a un livello top organizzando un mercatino del gratuito, dove ognuno poteva portare quel che non voleva più, lasciarlo su un banco (i banchi erano divisi tra vestiti uomo, vestiti donna, giocattoli e vestiti bimbi, attrezzi, casalinghi e libri) e prendersi quel che gli interessava. E’ stato un successone, con circa cinquanta partecipanti.

 

zero waste

zero waste

zero waste

zero waste

zero waste

Olio di Neem – Proprietà ed usi

lunedì, Settembre 25th, 2017

All’inizio di quest’estate ho sentito per la prima volta nominare l’Olio di Neem; due volte in una settimana. Sai quando viene nominata una cosa in un discorso e tutti sanno di cosa si stia parlando, così annuisci pensando “la prima cosa che farò quando arrivo a casa è cercare cos’è ‘sto Olio di Neem su Internet!”? Bene, è esattamente quel che ho fatto dopo che, oltre ad esser stato nominato in un discorso, una nostra compaesana lo nominò nel gruppo Whatsapp del paese (sì, noi siamo così avanti da avere un gruppo del paese).

olio di neem

Origine

Ho scoperto che si tratta di un olio estratto da una pianta di origine indiana chiamata Azaridachta indica, o comunemente “Neem”. Solitamente vengono spremuti a freddo i semi della pianta per estrarre l’olio. In India viene usato da centinaia di anni, particolarmente nella medicina ayurvedica. Io, invece, questo olio fantastico l’ho scoperto solo poco fa.

Proprietà

L’olio di Neem ha proprietà antibatteriche, antiparassitarie, antibiotiche e antinfiammatorie. Una favola per chi abita nei boschi o tra i monti come noi (e siamo circondati da pulci, zanzare e altri insetti).

Usi

Io l’ho usato in due modi fino ad ora: sulle piante dell’orto per evitare che vengano assalite da insetti, e su Baz, il nostro cane.

Vi spiego in breve come, e quali altri usi ha questo olio.

Quest’estate, dopo una violenta grandinata, molte piante del nostro orto sono rimaste rovinate e poco dopo sono state assalite dalle cimici. Sempre nell’app del paese, mi è stato suggerito di spruzzare verderame e insetticida, ma siccome preferirei non usare prodotti tossici, mi è appunto stato consigliato l’olio di Neem. L’ho spruzzato su tutte le piante dell’orto invernale e per ora non ho visto l’ombra di un insetto. Ho mischiato un cucchiaino di olio con un litro d acqua in uno spruzzino e ho spruzzato tutte le piante dopo il tramonto (se no si bruciano le foglie).

Baz, come ogni cane, viene assalito dagli animaletti. Spesso si gratta e, dopo aver letto che l’olio di Neem si puó usare contro pulci e zecche, ho deciso di provare.Gli ho messo 5-6 gocce sul pelo e l’ho massaggiato bene. L’effetto non dura moltissimo circa due giorni, ma almeno gli diamo una tregua a ‘sto povero cane.

Contro le zanzare, soprattutto sul terrazzo di casa, durante i mesi estivi, si possono mettere alcune gocce di Olio di Neem nei porta vasi. Oppure puó essere spalmato direttamente sulla pelle.

Contro psoriasi, acne, cicatrici e smagliature. Non ho provato ancora personalmente, ma l’Olio di Neem può essere utilizzato sia puro che diluito con altro oli (olio di mandorla, di oliva, ecc.) direttamente sulla parte interessata.

Infine, l’Olio di Neem è un ingrediente sempre più spesso utilizzato all’interno di creme e cosmetici, proprio per le proprietà antibatteriche e antifungine. Ad esempio, ho visto che il mio attuale dentifricio contiene Olio di Neem.

Dove trovarlo?

Io ho trovato la mia bottiglietta di Olio di Neem puro nel mio negozio biologico di fiducia, per caso, mentre ero in coda alla cassa. E’ una bottiglietta da 100 ml e credo che, nonostante ormai lo usi per molte cose, mi durerà parecchio.

Ovviamente lo trovate anche su internet, ad esempio qui e qui.

Quanto costa?

Ho pagato la bottiglietta da 100 ml 16,95 euro. Su inernet i prezzi variano molto, a seconda della purezza dell’olio, ma anche dalla provenienza. Comunque all’incirca per un Olio di Neem puro pagherete circa 16-18€/100 ml.

olio di neem

 

Le migliori applicazioni per uno stile di vita sano

giovedì, Giugno 29th, 2017

In questo articolo elencherò e spiegherò brevemente l’utilizzo delle mie tre applicazioni, per uno stile di vita sano, preferite. Non troverete schede di esercizi fisici, né applicazioni conta-calorie perché, a mio parere, sono inutili; la cosa che mi piace di queste app, è che sono estremamente semplici da utilizzare e non contengono alcuna pubblicità, sono semplicemente degli attrezzi utilissimi da usare quando ne hai bisogno.

Bando alle ciance, ecco le tre applicazioni che uso quotidianamente.

 

App stile di vita sano App stile di vita sano App stile di vita sano

Happy Cow. Non smetterò mai di ripeterlo: un’ applicazione fantastica. La mia applicazione preferita mentre viaggio, essenzialmente si tratta di una mappa di tutti i ristoranti vegani, vegetariani o con scelte vegetariane.

Aprendo Happy Cow potrai scegliere in quale categoria cercare (Vegan, Vegetarian, Veg-Options, Stores+more; vedi immagini), oppure se vuoi puoi vedere tutto ció che c’è nei dintorni puoi cliccare “See Everything Nearby”.

Inoltre, nella barra in basso, potrai cercare, ad esempio, città che hai intenzione di visitare. Così facendo puoi pianificare i tuoi viaggi; infatti potrai salvare le tue destinazioni e i ristoranti che ti attirano maggiormente in una cartella “Viaggi” (“Trips”, in inglese).

Quando apri la pagina di un ristorante vedrai subito a quale categoria appartiene, se è attualmente aperto, quanto è distante, in quale fascia di prezzo cade e quante stelle riceve dai clienti. Ci sarà una piccola introduzione al ristorante lasciata dal primo cliente che ha aggiunto il ristorante, seguita dalle recensioni e foto dei clienti che hanno visitato. Una mappa mostrerà esattamente dove si trova il ristorante, e cliccandoci sopra verrà aperto Maps, per permetterti di darti indicazioni stradali immediatamente.

 

App stile di vita sano App stile di vita sano App stile di vita sano

Calm. Quando i pensieri diventano un po’ troppi, affannanti e pesano sul tuo benessere quotidiano; quando senti che hai bisogno di un momento per tornare in te, presente e tranquillo (“calm”, appunto), a lasciare fluire via i pensieri, questa è l’applicazione ideale per farlo.

Cominciare a meditare non è semplice. Fare attenzione al respiro, cercare di rimanere presente e non farti trasportare dalle mille idee che ti passano per la testa può rendere difficile anche solo provarci, perché siamo portati a dire subito “che stupidaggine, non funziona” (anche io l’ho detto). Questa applicazione vi offre un corso guidato di sette giorni che ti introdurrà al mondo della meditazione. Ti verrà spiegato ogni giorno, da una voce rilassante, in che posizione metterti, come respirare, ecc. Potrai scegliere lo sfondo musicale adatto a te oppure scegliere di meditare in silenzio; il suono di una campana ti avvertirà quando la meditazione è finita.

Dopo aver finito la settimana introduttiva, potrai scegliere di provare da solo con una meditazione a tempo (suonerà una campana quando finisce, e puoi scegliere di meditare da 1 minuto a 8 ore), oppure di meditare finché vuoi (una campana ti ricorderà di rimanere presente).

Oltre alla prima settimana di introduzione alla meditazione, ci sono varie altre meditazioni guidate. Ad esempio, puoi provare il “Body Scan”, “Forgiveness”, oppure “Loving-Kindness”. Queste sono gratis e puoi provarle quando vuoi.

Se vuoi seguire altri “corsi”, quali il corso per dormire meglio, quello per calmare l’ansia, o quello per concentrarti maggiormente, questi saranno a pagamento (€ 4,99 al mese per un abbonamento annuale, €12,99 al mese per un mensile una tantum). Personalmente mi sono regalata un abbonamento annuale perché ero molto curiosa di sentire gli altri corsi. Sinceramente trovavo ripetessero molto quello che viene detto nel corso gratis di base, e quindi non consiglierei espressamente di comprarlo. Devo dire però che da quando mi è scaduto l’abbonamento, sono cambiate molte cose all’interno della app. Sono state aggiunte, ad esempio, meditazioni per bambini, meditazioni da fare mentre cammini, e altre molto interessanti. A voi la scelta.

 

App stile di vita sano App stile di vita sano App stile di vita sano

Daily Dozen. Semplicissima app creata dal team del Dott. Greger, autore di “How Not To Die” (da leggere!). Ti aiuta a tenere a mente quali sono i cibi che dovresti mangiare quotidianamente (spoiler: nessun prodotto di origine animale).

I gruppi sono i seguenti: verdure crucifere (broccoli, cavolo, cavolfiore, cavolo verza, cavolini di bruxelles,..), verdure a foglia verde (spinaci, lattuga, cavolo riccio,..), altre verdure (asparagi, zucchine, pomodori, cipolle,..), legumi (fagioli, lenticchie, tofu, ceci,..), bacche (fragole, lamponi, mirtilli, more, ma anche uva e uvetta), altra frutta (arance, mele, pesche, kiwi, limoni,..), semi di lino, noci, spezie, grani integrali (riso integrale, quinoa, cereali, pasta, pane,..), movimento fisico e acqua.

A primo impatto sembrerà una suddivisione un po’ strana, ma dopo aver letto il libro risulterà chiarissimo cosa intende il Dott. Greger (ad esempio, perché semi di lino e verdure crucifere formano gruppi a se stanti).

Potrai semplicemente spuntare le porzioni che hai già assunto oggi per tenere d’occhio se stai assumendo la nutrizione che il tuo corpo necessita. Per me, la prima regola rimane: ascolta il tuo corpo, ma credo che questa applicazione dia delle linee guida molto interessanti e importanti.

Due mesi senza internet (o quasi)

venerdì, Giugno 16th, 2017

due mesi senza internet

Alla vigilia dell’installazione di una connessione nella nostra nuova casa, ho riesumato il computer per raccontarvi com’è stato vivere senza Internet (o quasi) per due mesi.
Stavolta non è stata una sfida che mi sono lanciata, è semplicemente com’è andata: siamo tornati a vivere in Italia a fine Aprile, poco dopo abbiamo trovato una fantastica casa, e adesso dobbiamo aspettare di poterci connettere a Internet. Un appuntamento che si è lasciato un po’ attendere, ma che mi ha fatto capire quanto io dia per scontato che mi possa connettere quando e dove voglio. Ho deciso di prenderla come uno studio sociale su di me stessa: sono stata curiosa di vedere come cambia la mia vita se non ho a disposizione continuamente una connessione.

In Olanda mi ero abituata a fare tutto su Internet: guardare i film, ascoltare musica, controllare com’è messo il mio conto in banca, e sì, anche cercare lavoro. Tutto questo è risultato più difficile negli ultimi due mesi, ma vi anticipo già che in un modo o nell’altro siamo riusciti lo stesso.

Devo premettere che io sono una persona che sta continuamente attaccata al computer. Non sono una fan di Facebook, ma Instagram è uno dei miei passatempi preferiti. Sto sempre a lavorare alle mie foto e a cercare di creare un blog carino (questa volta ho cominciato finalmente a scrivere in italiano!), e controllo se mi sono arrivate e-mail almeno dieci volte al giorno. Mi considero a un livello di dipendenza medio-alta. Quindi un bel soggetto sul quale fare uno dei miei studi.

Bene, ecco a voi il risultato delle mie osservazioni.

  • Faccio tutto con più attenzione. Stavo lavando i piatti l’altro giorno e mi sono resa conto con quanta più cura e tranquillità li lavassi. Ogni sera pulisco i fornelli e il lavandino, asciugo tutto e metto tutto a posto. Solitamente non vedo l’ora di fiondarmi sul divano e guardarmi una serie su Netflix.
  • Non sono poi così dipendente quanto credessi. Non ho crisi di astinenza e non guardo il cellulare in continuazione. Vorrei poter usare e controllare e postare di più su Instagram, ma non ne faccio un problema (first world problems, right?)
  • Vivo più il momento. Non penso tutto il tempo a fare foto per Instagram stories e mi godo quel che succede intorno a me.
  • Ho molta ispirazione genuina per il blog. Sono sempre piena di idee creative, ma molte volte sono idee che vengono ispirate dal quel che fanno altri. Adesso, invece, quando mi vengono delle idee sono più originali.
  • Menomale che esiste Internet! In tutto e per tutto sono felice che la connessione a Internet esista. Grazie a Internet ho conosciuto persone, ho imparato cose che a scuola non avrei mai imparato, e posso sfogare la mia creatività e mostrare le mie fotografie.

In conclusione, penso sia interessante vedere come la mia attenzione e interesse verso l’esterno crescono quando Internet non è disponibile, e voglio assolutamente dare priorità all’affrontare questo aspetto quando tornerò a potermi connettere. Non mi piace essere distratta e non fare tutto al 100% e cercherò sicuramente di cogliermi sul fatto e correggermi. Come ho detto nell’ultimo punto, però, credo che Internet sia un mezzo indispensabile, perché connette persone e idee, e se lo usi correttamente, può essere un posto molto positivo dove condividere la tua arte, i tuoi pensieri e le tue passioni.

Siete mai stati per un periodo senza internet? Avete notato differenze? Pensate che potreste resistere una settimana senza potervi connettere? Raccontatemi la vostra esperienza!