venerdì, Dicembre 22nd, 2017
Quest’anno finalmente festeggerò il Natale a casa dei miei genitori. Sono passati cinque anni dall’ultima volta, prima di trasferirmi in Olanda. E rieccoci qui.. solo che ora sono vegana.
Per fortuna, la mia famiglia è assolutamente d’accordo con la mia scelta e anche loro stanno drasticamente riducendo il loro consumo di carne (anche mio fratello, l’uomo più carnivoro che io conosca, mangia solo carne quando mangia fuori casa). Così mia mamma mi ha chiesto di aiutarla a fare una lista della spesa, e poi accompagnarla, e così ho fatto, con molto piacere.
A ogni prodotto che mi dettava da scrivere che io non mangio, mi diceva: “e tu invece, cosa potresti mangiare?” “Oltre alle patate al forno, l’insalata, gli hamburger vegetali, le crudités con l’hummus, i crackers e le patatine, l’uva, i mandarini, le noci, i cioccolatini, i biscotti, il guacamole, le olive, .. mamma, proprio non saprei” – mentre mi rotolo per terra già solo a pensarci. Così, ho deciso di fare questa simil-ricotta vegana, che di solito faccio d’estate, da aggiungere alla infinita lista di cose vegane che ci saranno da mangiare (yeah!). Si può spalmare sui crackers, mangiare con le crudités o i grissini, o addirittura di puo usare come condimento per la pasta (non si sa mai che mi venga voglia di pasta!).
Questa crema spalmabile è stata una hit dell’estate e diventerà la star del Natale. E’ estremamente facile da fare, l’unica cosa, è che dovrete trovare del basilico, perché come ho detto in realtà è molto estiva. In casi estremi, potreste comprare quello surgelato, che sinceramente ho utilizzato io oggi.
Crema di tofu e basilico
125 g tofu
ca. 7-8 rametti di basilico
4 cucchiai di olio EVO
sale e pepe q.b.
Togli le foglie dal rametto di basilico e mettile in un frullatore. Aggiungi il tofu già scolato. Aggiungi un filo d’olio, un pizzico di sale e pepe. Puoi servirla con crudités, grissini, crackers, o mischiarla alla pasta.
domenica, Dicembre 3rd, 2017
Dicembre è arrivato nel modo più speciale: con una intensa nevicata notturna che ci ha fatto svegliare abbagliati dalla neve. È stato come un bentornato speciale in Italia, e un inizio perfetto per il mese che più mi mancava trascorrere a casa in Italia. Un mese pieno di festeggiamenti: Sinterklaas (il Natale olandese), il mio compleanno, Natale,.. e un mese di regali!
Da alcuni anni a questa parte ho cominciato ad attaccarmi molto meno alle cose e ricevere regali personali o fatti a mano, stare insieme alle persone che amo e festeggiare insieme rimangono la cosa migliore. D’altro canto, ultimamente sto anche scoprendo sempre più marche alternative, con prodotti che sono in linea con il mio stile di vita: prodotti naturali, non testati sugli animali, vegan, e prodotti che aiutano a sprecare di meno.
Oggi ho deciso di condividere con voi una lista di regali vegan e cruelty-free da dare e ricevere, per aiutarvi a scegliere il regalo perfetto per le persone a cui tenete di più. Se quest’anno proprio non sapete cosa comprare, date uno sguardo qui sotto, magari vi viene qualche idea. E anche se non sapete proprio cosa mettere sulla vostra lista dei desideri, forse vi posso aiutare con questa lista. Spero vi piaccia!
Per sapere dove trovare il regalo, cliccate semplicemente sulla foto, un link vi porterà direttamente al negozio on-line.
Manca qualcosa in questa lista? Non esitate a farmelo sapere!
domenica, Ottobre 8th, 2017
Da alcuni anni sono più cosciente di quanti rifiuti produco settimanalmente. Sono arrivata al punto di considerare il riciclo, il riuso e l’astinenza dalla plastica una priorità nella nostra vita casalinga (# zero waste). Essere consapevoli di ciò che si butta è importante e necessario, e incorporare nella vita quotidiana alcuni accorgimenti per diminuire la quantità di rifiuti che produciamo è facile. Ecco quindi cosa possiamo fare cominciare a diminuire la quantità di rifiuti che produciamo.
lunedì, Settembre 25th, 2017
All’inizio di quest’estate ho sentito per la prima volta nominare l’Olio di Neem; due volte in una settimana. Sai quando viene nominata una cosa in un discorso e tutti sanno di cosa si stia parlando, così annuisci pensando “la prima cosa che farò quando arrivo a casa è cercare cos’è ‘sto Olio di Neem su Internet!”? Bene, è esattamente quel che ho fatto dopo che, oltre ad esser stato nominato in un discorso, una nostra compaesana lo nominò nel gruppo Whatsapp del paese (sì, noi siamo così avanti da avere un gruppo del paese).
Origine
Ho scoperto che si tratta di un olio estratto da una pianta di origine indiana chiamata Azaridachta indica, o comunemente “Neem”. Solitamente vengono spremuti a freddo i semi della pianta per estrarre l’olio. In India viene usato da centinaia di anni, particolarmente nella medicina ayurvedica. Io, invece, questo olio fantastico l’ho scoperto solo poco fa.
Proprietà
L’olio di Neem ha proprietà antibatteriche, antiparassitarie, antibiotiche e antinfiammatorie. Una favola per chi abita nei boschi o tra i monti come noi (e siamo circondati da pulci, zanzare e altri insetti).
Usi
Io l’ho usato in due modi fino ad ora: sulle piante dell’orto per evitare che vengano assalite da insetti, e su Baz, il nostro cane.
Vi spiego in breve come, e quali altri usi ha questo olio.
Quest’estate, dopo una violenta grandinata, molte piante del nostro orto sono rimaste rovinate e poco dopo sono state assalite dalle cimici. Sempre nell’app del paese, mi è stato suggerito di spruzzare verderame e insetticida, ma siccome preferirei non usare prodotti tossici, mi è appunto stato consigliato l’olio di Neem. L’ho spruzzato su tutte le piante dell’orto invernale e per ora non ho visto l’ombra di un insetto. Ho mischiato un cucchiaino di olio con un litro d acqua in uno spruzzino e ho spruzzato tutte le piante dopo il tramonto (se no si bruciano le foglie).
Baz, come ogni cane, viene assalito dagli animaletti. Spesso si gratta e, dopo aver letto che l’olio di Neem si puó usare contro pulci e zecche, ho deciso di provare.Gli ho messo 5-6 gocce sul pelo e l’ho massaggiato bene. L’effetto non dura moltissimo circa due giorni, ma almeno gli diamo una tregua a ‘sto povero cane.
Contro le zanzare, soprattutto sul terrazzo di casa, durante i mesi estivi, si possono mettere alcune gocce di Olio di Neem nei porta vasi. Oppure puó essere spalmato direttamente sulla pelle.
Contro psoriasi, acne, cicatrici e smagliature. Non ho provato ancora personalmente, ma l’Olio di Neem può essere utilizzato sia puro che diluito con altro oli (olio di mandorla, di oliva, ecc.) direttamente sulla parte interessata.
Infine, l’Olio di Neem è un ingrediente sempre più spesso utilizzato all’interno di creme e cosmetici, proprio per le proprietà antibatteriche e antifungine. Ad esempio, ho visto che il mio attuale dentifricio contiene Olio di Neem.
Dove trovarlo?
Io ho trovato la mia bottiglietta di Olio di Neem puro nel mio negozio biologico di fiducia, per caso, mentre ero in coda alla cassa. E’ una bottiglietta da 100 ml e credo che, nonostante ormai lo usi per molte cose, mi durerà parecchio.
Ovviamente lo trovate anche su internet, ad esempio qui e qui.
Quanto costa?
Ho pagato la bottiglietta da 100 ml 16,95 euro. Su inernet i prezzi variano molto, a seconda della purezza dell’olio, ma anche dalla provenienza. Comunque all’incirca per un Olio di Neem puro pagherete circa 16-18€/100 ml.
giovedì, Settembre 21st, 2017
Settembre, mi è stato spiegato, è il mese ideale per cominciare a piantare gli ortaggi invernali, e noi, sognando di raccogliere presto spinaci, porri e finocchi, ci siamo fiondati nel nostro negozio di fiducia per comprare le piantine. E così, con la macchina piena, e sí e no 20 euro in meno in tasca, siamo tornati su per i monti, a piantare l’orto invernale.
Il primo passo é stato quello di tirar fuori dalla terra i rimasugli del nostro orto estivo. Purtroppo, a causa di una violenta grandinata, seguita da una siccità prolungata che non ci ha permesso di innaffiare per un periodo troppo lungo, il nostro orto estivo ci ha dato pochi frutti: qualche pomodoro, parecchio basilico, alcune zucchine e un solo cetriolo. Per fortuna si trattava solo di una prova, avevamo piantato in fretta e furia dopo esserci trasferiti qui, e non avevamo nemmeno usufruito di tutto il terreno.
Per questo orto invernale speriamo che le condizioni climatiche siano più favoreli alla crescita. Sicuramente l’acqua non mancherà.
Dopo aver tolto tutte le piante estive, abbiamo vangato il terreno e lo abbiamo rastrellato, togliendo eventuali zolle, erbacce e pietre. Infine, é arrivato il bellissimo momento di piantare.
Ci siamo dati alla pazza gioia nel negozio, comprando in realtà quasi tutte le qualità presenti:
finocchi, cavolo calabrese, lattuga di due tipi, cavolo verza, cavolo lancinato (una sorta di cavolo nero), cavolfiore, barbabietola, sedano, cavolo cinese, spinaci, cavolo romanesco, cavolo sticcoli e bieta da costa. Poca roba, no? Ah, e mancano ancora i porri e cavoletti di Bruxelles, che arriveranno fra poco!
Di ogni qualità abbiamo preso il minimo indispensabile (di quasi tutti i tipi 6 piante), così da poterci orientare per il prossimo anno, scegliendo cosa ci piace e cosa cresce meglio.
Vi aggiornerò quando cominceranno a crescere le prime verdure. Purtroppo rendere bene quanto possa essere soddisfacente fare l’orto è difficile tramite il blog, ma vi assicuro che è una sensazione bellissima: sia di orgoglio personale, che di tranquillità nel sapere da dove viene ciò che mangiamo.
Voi avete mai fatto l’orto invernale? Cosa piantate solitamente? Sono curiosa!
sabato, Settembre 16th, 2017
Ma sì, mettiamo tutte le carte in tavola! Il nostro sogno più grande? Aprire una lunchroom (una sorta di ristorante informale aperto per colazione e pranzo) vegan, con un angolo dove vendere prodotti senza imballaggi (#zerowaste 😉 ) e prodotti locali, la connessione internet per permettere a freelancer di lavorare dal negozio, tutti i mobili di legno, il muro a vista stile New York,.. abbiamo pensato a tutto, ogni minimo dettaglio. Roberto cucinerà i suoi fantastici piatti (belli da vedere, e sani), io invece sarò l’addetta ai succhi e alle torte. Cosa ne pensate?
Non sappiamo se questo sogno diventerà mai realtà. Intanto proviamo a trovare e creare le ricette migliori. Proprio l’altro giorno Roberto ha creato una torta di mele perfetta. C’erano ospiti a cena e l’abbiamo finita subito, così ho deciso di rifarla il giorno dopo per fare delle foto. È semplicissima da fare e, a mio parere, ha un sapore un po’ nordico (probabilmente dovuto dalla cannella e dall’uvetta). Ideale per le prime serate autunnali, con la felpa addosso e una bella tazza di tè caldo tra le mani.
Torta di mele e cannella
(una tortiera di 26 cm di diametro)
140 g farina integrale
100 g farina di tipo “00”
100 g zucchero di canna integrale
1 bustina di lievito
1/2 cucchiaino di cannella
1/4 cucchiaino di sale
50 g di olio di semi
110 g succo di arancia
130 g latte di avena non zuccherato
4 mele rosse
30 g uvetta
Preriscalda il forno a 180°C.
Metti l’uvetta ammollo in una ciotola.
In una ciotola grande, versate e mischiate le due farine, lo zucchero, il sale, il lievito e la cannella.
In un’altra ciotola, versa e mischia l’olio di semi, il succo, e il latte di avena.
Incorpora gli ingredienti liquidi negli ingredienti asciutti.
Taglia due mele a fettine e mischiale nell’impasto.
Scola l’uvetta e aggiungi anch’essa all’impasto.
Se hai una tortiera antiaderente (di 26 cm di diametro, preferibilmente non alta), versa direttamente l’impasto nella tortiera. Altrimenti, olia bene la tortiera con un po’ di olio di semi.
Versa l’impasto nella tortiera e stendetelo bene con una spatola, facendo attenzione di coprire bene le mele.
Taglia le altre due mele, senza sbucciarle, sempre a fettine e disponetele sulla superficie della torta a mo’ di ventaglio (vedi foto).
Inforna per circa 50 minuti, controllando la cottura di tanto in tanto. Prima di sfornare, controlla con uno stecchino se la torta è cotta bene (se esce asciutto dal centro della torta, è pronta!).
mercoledì, Luglio 5th, 2017
Alcuni, come me, ne vanno matti, altri non lo sopportano, ma certamente è una gran soddisfazione prepararlo: il pane di lievito madre. Il pane di lievito madre ha un sapore acidognolo che lo rende molto piacevole, è un pane più compatto e rimane buono più a lungo delle pagnotte di pane di farina bianca del panettiere.
Da piccola la mamma del mio migliore amico preparava sempre questo pane, che mi riporta quindi un po’ alla mia infanzia; lei ci spalmava sopra il burro di arachidi e ce lo dava a pranzo interrompendoci nelle nostre avventure per i boschi. Una storia dal tono molto olandese, nella quale sicuramente non molte persone si riconosceranno (“Pane e burro di arachidi a pranzo? Ma veramente?”, quante volte me lo sono sentita dire!), ma che comunque mi sembra carina da menzionare.
Ho creato il mio lievito madre varie altre volte, tra l’adolescenza e oggi. Il procedimento è davvero semplice, basta un po’ di pazienza (e a volte anche un pizzico di fortuna). Ho pensato di descriverlo qua, per chi non avesse mai provato. Se tenuto bene e “nutrito” a dovere, il lievito madre potrebbe durarvi per secoli. Il mio, purtroppo, non è mai sopravvissuto molto più di un paio di settimane. Chissà, forse questa è la volta buona?
Ovviamente, sul pane potete metterci cosa volete, ma se vi capita, una fettina con il burro di arachidi 100% provatela, è davvero buono! (tenete a portata di mano un bicchiere d’acqua, per mandare giù il tutto!)
L’occorrente
800 g ca. di farina integrale
1l/1,5l di acqua tiepida (in tutto)
Un barattolo che possa contenere all’incirca 200 ml di starter
Carta da cucina
Elastico
Ciotole grandi per impastare
Preparazione dello starter.
Ti serviranno 120 ml di acqua tiepida (tendente al caldo), e 100 ml di farina integrale (o bianca per panificazione) e mezzo cucchiaino di zucchero di canna (preferibilmente crudo).
– GIORNO 1. Mischia gli ingredienti elencati qui sopra in una ciotola e versali in un barattolo. Copri con un pezzo di carta da cucina (potrete fissarlo con un elastico) e mettilo in un posto in casa dove non c’è aria o corrente.
– GIORNO 2. Versa il contenuto del barattolo in una ciotola. Buttane via metà e aggiungi due cucchiai da cucina di acqua tiepida (sempre tendente al caldo), mischia bene e aggiungi due cucchiai di farina integrale. Mischia, copri e lascia di nuovo riposare.
– GIORNO 3, 4 e 5. Ripeti quel che hai fatto il giorno 2. Noterai sempre più bolle apparire prima sulla superficie, poi in tutto il barattolo.
– GIORNO 5 o 6 (dipende se vedete che lo starter è proprio pieno di bolle e ben lievitato oppure non ancora). Lo starter è pronto per essere utilizzato per fare il pane!
Il giorno prima della cottura del pane.
Il giorno antecedente alla cotture versa il contenuto del barattolo in una ciotola grande. Pulisci il barattolo con acqua calda.
Aggiungi alla ciotola 150 ml di acqua tiepida e 150 g di farina integrale.
Prendi alcuni cucchiai di impasto e versali nel barattolo pulito.
Copri la ciotola con l’impasto rimanente e lascia fermentare tutta la notte.
Ora puoi riporre il barattolo con lo starter in frigo e da adesso potrai “nutrirlo” (segui il procedimento del giorno 2) circa una volta a settimana, e utilizzarlo come qui di seguito ogni volta che vorrai fare un nuovo pane.
Il giorno della cottura del pane.
Al mattino, mischia in una ciotola 400 g di farina integrale e una manciatina di sale (circa un cucchiaio da cucina).
In un’altra ciotola, più grossa, mischia lo starter preparato il giorno prima con circa 150 ml di acqua tiepida. A questo miscuglio bagnato aggiungi lentamente la farina (col sale).
Mischia bene, eventualmente con le mani. Controlla la consistenza, se troppo asciutta aggiungi a poco a poco dell’acqua, se troppo bagnata aggiungi un po’ di farina.
Copri e lascia lievitare per 15 minuti. Passati i 15 minuti, impasta prendendo le estremità del pane e portandole all’interno (per circa un minuto). Lascia lievitare altri 15 minuti e impasta nuovamente. Lascia lievitare un’altra volta per 15 minuti e impasta nuovamente.
Copri il tavolo (o una tavola per impastare) con un po’ di farina e impasta il pane finché si forma una pagnotta omogenea. Metti l’impasto in un cestino da lievitazione (se non l’hai, puoi metterlo anche nella ciotola, facendo attenzione a spolverare il fondo con un po’ di farina). Copri e lascia lievitare finché l’impasto non sarà il doppio della grandezza iniziale (potrà metterci circa 3-6 ore, dipende dalla temperatura).
Inserisci nella parte inferiore del forno una piccola pirofila (dove metterai dell’acqua in seguito). Accendi il forno, preriscaldandolo a 220 °C. Disponi l’impasto del pane su una teglia coperta con la carta da forno.
Abbassa la temperatura a 190 °C. Versa un bicchiere d’acqua della pirofila e inserisci la teglia nella parte di mezzo del forno. Fai cuocere per circa 40 minuti, controllando ogni tanto il pane facendo attenzione che non si bruci. Se picchietti leggermente sul pane e senti un rumore vuoto/asciutto, il pane sarà pronto. Se invece il rumore è ancora umido/pieno, allora dovrai continuare la cottura ancora per alcuni minuti.
Togli dal forno e lascia raffreddare.
In conclusione
Dopo aver letto tutta questa Divina Commedia penserai che il processo sia piuttosto lungo. In effetti, la prima volta lo è; dovrai creare lo starter, dovrai sperimentare con le quantità e le modalità, e solo dopo cinque giorni potrai cominciare a fare veramente il pane.
Ma quando avrai il tuo barattolo con lo starter ad aspettarti nel frigo, il processo si accorcerà significativamente, e il pane lo potrai fare nell’arco di un giorno e mezzo/due.
In ogni caso, la soddisfazione di mangiare il pane fatto in casa è inesplicabile. Speriamo solo che ora non mi muoia lo starter.
giovedì, Giugno 29th, 2017
In questo articolo elencherò e spiegherò brevemente l’utilizzo delle mie tre applicazioni, per uno stile di vita sano, preferite. Non troverete schede di esercizi fisici, né applicazioni conta-calorie perché, a mio parere, sono inutili; la cosa che mi piace di queste app, è che sono estremamente semplici da utilizzare e non contengono alcuna pubblicità, sono semplicemente degli attrezzi utilissimi da usare quando ne hai bisogno.
Bando alle ciance, ecco le tre applicazioni che uso quotidianamente.
Happy Cow. Non smetterò mai di ripeterlo: un’ applicazione fantastica. La mia applicazione preferita mentre viaggio, essenzialmente si tratta di una mappa di tutti i ristoranti vegani, vegetariani o con scelte vegetariane.
Aprendo Happy Cow potrai scegliere in quale categoria cercare (Vegan, Vegetarian, Veg-Options, Stores+more; vedi immagini), oppure se vuoi puoi vedere tutto ció che c’è nei dintorni puoi cliccare “See Everything Nearby”.
Inoltre, nella barra in basso, potrai cercare, ad esempio, città che hai intenzione di visitare. Così facendo puoi pianificare i tuoi viaggi; infatti potrai salvare le tue destinazioni e i ristoranti che ti attirano maggiormente in una cartella “Viaggi” (“Trips”, in inglese).
Quando apri la pagina di un ristorante vedrai subito a quale categoria appartiene, se è attualmente aperto, quanto è distante, in quale fascia di prezzo cade e quante stelle riceve dai clienti. Ci sarà una piccola introduzione al ristorante lasciata dal primo cliente che ha aggiunto il ristorante, seguita dalle recensioni e foto dei clienti che hanno visitato. Una mappa mostrerà esattamente dove si trova il ristorante, e cliccandoci sopra verrà aperto Maps, per permetterti di darti indicazioni stradali immediatamente.
Calm. Quando i pensieri diventano un po’ troppi, affannanti e pesano sul tuo benessere quotidiano; quando senti che hai bisogno di un momento per tornare in te, presente e tranquillo (“calm”, appunto), a lasciare fluire via i pensieri, questa è l’applicazione ideale per farlo.
Cominciare a meditare non è semplice. Fare attenzione al respiro, cercare di rimanere presente e non farti trasportare dalle mille idee che ti passano per la testa può rendere difficile anche solo provarci, perché siamo portati a dire subito “che stupidaggine, non funziona” (anche io l’ho detto). Questa applicazione vi offre un corso guidato di sette giorni che ti introdurrà al mondo della meditazione. Ti verrà spiegato ogni giorno, da una voce rilassante, in che posizione metterti, come respirare, ecc. Potrai scegliere lo sfondo musicale adatto a te oppure scegliere di meditare in silenzio; il suono di una campana ti avvertirà quando la meditazione è finita.
Dopo aver finito la settimana introduttiva, potrai scegliere di provare da solo con una meditazione a tempo (suonerà una campana quando finisce, e puoi scegliere di meditare da 1 minuto a 8 ore), oppure di meditare finché vuoi (una campana ti ricorderà di rimanere presente).
Oltre alla prima settimana di introduzione alla meditazione, ci sono varie altre meditazioni guidate. Ad esempio, puoi provare il “Body Scan”, “Forgiveness”, oppure “Loving-Kindness”. Queste sono gratis e puoi provarle quando vuoi.
Se vuoi seguire altri “corsi”, quali il corso per dormire meglio, quello per calmare l’ansia, o quello per concentrarti maggiormente, questi saranno a pagamento (€ 4,99 al mese per un abbonamento annuale, €12,99 al mese per un mensile una tantum). Personalmente mi sono regalata un abbonamento annuale perché ero molto curiosa di sentire gli altri corsi. Sinceramente trovavo ripetessero molto quello che viene detto nel corso gratis di base, e quindi non consiglierei espressamente di comprarlo. Devo dire però che da quando mi è scaduto l’abbonamento, sono cambiate molte cose all’interno della app. Sono state aggiunte, ad esempio, meditazioni per bambini, meditazioni da fare mentre cammini, e altre molto interessanti. A voi la scelta.
Daily Dozen. Semplicissima app creata dal team del Dott. Greger, autore di “How Not To Die” (da leggere!). Ti aiuta a tenere a mente quali sono i cibi che dovresti mangiare quotidianamente (spoiler: nessun prodotto di origine animale).
I gruppi sono i seguenti: verdure crucifere (broccoli, cavolo, cavolfiore, cavolo verza, cavolini di bruxelles,..), verdure a foglia verde (spinaci, lattuga, cavolo riccio,..), altre verdure (asparagi, zucchine, pomodori, cipolle,..), legumi (fagioli, lenticchie, tofu, ceci,..), bacche (fragole, lamponi, mirtilli, more, ma anche uva e uvetta), altra frutta (arance, mele, pesche, kiwi, limoni,..), semi di lino, noci, spezie, grani integrali (riso integrale, quinoa, cereali, pasta, pane,..), movimento fisico e acqua.
A primo impatto sembrerà una suddivisione un po’ strana, ma dopo aver letto il libro risulterà chiarissimo cosa intende il Dott. Greger (ad esempio, perché semi di lino e verdure crucifere formano gruppi a se stanti).
Potrai semplicemente spuntare le porzioni che hai già assunto oggi per tenere d’occhio se stai assumendo la nutrizione che il tuo corpo necessita. Per me, la prima regola rimane: ascolta il tuo corpo, ma credo che questa applicazione dia delle linee guida molto interessanti e importanti.
venerdì, Giugno 16th, 2017
Alla vigilia dell’installazione di una connessione nella nostra nuova casa, ho riesumato il computer per raccontarvi com’è stato vivere senza Internet (o quasi) per due mesi.
Stavolta non è stata una sfida che mi sono lanciata, è semplicemente com’è andata: siamo tornati a vivere in Italia a fine Aprile, poco dopo abbiamo trovato una fantastica casa, e adesso dobbiamo aspettare di poterci connettere a Internet. Un appuntamento che si è lasciato un po’ attendere, ma che mi ha fatto capire quanto io dia per scontato che mi possa connettere quando e dove voglio. Ho deciso di prenderla come uno studio sociale su di me stessa: sono stata curiosa di vedere come cambia la mia vita se non ho a disposizione continuamente una connessione.
In Olanda mi ero abituata a fare tutto su Internet: guardare i film, ascoltare musica, controllare com’è messo il mio conto in banca, e sì, anche cercare lavoro. Tutto questo è risultato più difficile negli ultimi due mesi, ma vi anticipo già che in un modo o nell’altro siamo riusciti lo stesso.
Devo premettere che io sono una persona che sta continuamente attaccata al computer. Non sono una fan di Facebook, ma Instagram è uno dei miei passatempi preferiti. Sto sempre a lavorare alle mie foto e a cercare di creare un blog carino (questa volta ho cominciato finalmente a scrivere in italiano!), e controllo se mi sono arrivate e-mail almeno dieci volte al giorno. Mi considero a un livello di dipendenza medio-alta. Quindi un bel soggetto sul quale fare uno dei miei studi.
Bene, ecco a voi il risultato delle mie osservazioni.
In conclusione, penso sia interessante vedere come la mia attenzione e interesse verso l’esterno crescono quando Internet non è disponibile, e voglio assolutamente dare priorità all’affrontare questo aspetto quando tornerò a potermi connettere. Non mi piace essere distratta e non fare tutto al 100% e cercherò sicuramente di cogliermi sul fatto e correggermi. Come ho detto nell’ultimo punto, però, credo che Internet sia un mezzo indispensabile, perché connette persone e idee, e se lo usi correttamente, può essere un posto molto positivo dove condividere la tua arte, i tuoi pensieri e le tue passioni.
Siete mai stati per un periodo senza internet? Avete notato differenze? Pensate che potreste resistere una settimana senza potervi connettere? Raccontatemi la vostra esperienza!
mercoledì, Giugno 7th, 2017
A volte vorrei proprio tornare bambina, voi no? Quando ti arrivano le bollette, ad esempio. Oppure quando ti notificano che la tua disiscrizione dal comune dove abitavi fino a Gennaio in Olanda non è stata ricevuta e che quindi devi pagare mute e contromulte. Bé, questa è una di quelle giornate, quindi ho deciso che per oggi voglio tornare bambina.
Come quando a giugno l’unico problema era la mamma che ti chiedeva di uscire dall’acqua dopo tre ore passate a nuotare nel fiume. Oppure quando ti diceva che non dovevi entrare in casa con i piedi sporchi di fango e dovevi andare fino al rubinetto per sciacquarti i piedi. Oggi torno a quei giorni.
E in una giornata così, fatta di piedi nudi e fragole mangiate direttamente dalla pianta, ci sta un bel bicchiere di latte al cioccolato. Latte di mandorla, ovviamente. L’ho fatto e l’ho bevuto, e mi sono sentita bambina, con i baffi sopra il labbro.
Latte di Mandorle al Cacao
Per 1 litro
100 g mandorle sgusciate
1 l acqua
un cucchiaio da cucina di cacao in polvere, non zuccherato
agave o zucchero di canna, quanto basta
Mettere le mandorle ammollo in una ciotola per una notte.
Il mattino dopo sciacquare le mandorle e versarle nel frullatore.
Aggiungere circa 1 l di acqua e frullare.
Aggiungere cacao e agave e frullare ancora un attimo.
Assaggiare, e se manca un po’ di agave, aggiungerne ancora un po’ e rifrullare.
Conservare in una bottiglia chiusa in frigo, fino a cinque giorni.
Si puó creare un po’ di schiuma in superficie dopo un po’ in frigo, che potete semplicemente togliere con un cucchiaino.