Plumcake alle carote vegan – Ricetta

giovedì, Maggio 17th, 2018

L’estate sembra non arrivare più quest’anno (vedi le nostre stories su Instagram). La sto aspettando, ma le do tutto il tempo che le serve. Io e Roberto avevamo pianificato di passare la giornata nell’orto, ma purtroppo, dopo l’ennesima notte di pioggia, abbiamo dovuto rimandare. Per fortuna quest’acqua rende le nostre piantine felici e nutrite di tutto quel che hanno bisogno. Così abbiamo fatto quel che ci piace fare di più: siamo stati in cucina tutta la mattina e fra le altre cose abbiamo creato una ricetta per una bellissima, leggera e speziata torta di carote vegana.

Plumcake carote

Plumcake alle carote vegan
(uno stampo di 20 cm)

100 g farina integrale
100 g farina bianca “00”
140 g zucchero di canna
250 g carote grattugiate
16 g (un sacchetto) di lievito in polvere
150 g latte di avena non zuccherato
50 g olio di semi
un pizzico di sale
1 cucchiaino di zenzero in polvere
1 cucchiaino di cannella in polvere
1 cucchiaino di curcuma in polvere (opzionale)

Preriscalda il forno a 180 °C.
In una terrina grande mischia le farine, lo zucchero, il lievito, il sale e le spezie.
In un’altra terrina versa il latte di avena e l’olio di semi.
Versa la miscela liquida agli ingredienti asciutti e mischia finché si è creato un impasto omogeneo.
Aggiungi le carote grattugiate e incorporale all’impasto.
Ricopri il fondo e i lati di una forma per plumcake/pane da 20 cm con la carta da forno.
Versa l’impasto nella forma e inforna per circa 40 minuti.
Controlla con uno stuzzicadenti che l’interno del plumcake sia asciutto e sforna.
Lascia raffreddare e servi, se vuoi accompagnato da una spolverata di zucchero a velo o un po’ di panna vegana e un caffè o un té.

Plumcake carote

Vegan Banana Bread – Ricetta

domenica, Aprile 22nd, 2018

Quando Roberto lavorava nella piccola lunchroom della cittadina dove abitavamo in Olanda, quando andavo a trovarlo ordinavo sempre il banana bread. Era una versione con molti più ingredienti e molto più costosa da ricreare. Alcuni ingredienti qui sono proprio introvabili, quindi ci siamo dati da fare per creare una versione altrettanto buona, ma molto più facile da ricreare.

Gli ingredienti sono semplici e trovate quasi tutti gli ingredienti in qualsiasi supermercato. Abbiamo provato e riprovato la ricetta finché abbiamo raggiunto la perfetta combinazione (non troppo asciutto, non troppo molliccio, non troppo dolce,..). Ecco qui il risultato:

banana bread

banana bread

banana bread

Vegan Banana Bread
(uno stampo di 20 cm)

125 g farina integrale
125 g farina “00”
5 banane mature
1 sacchetto (16 g) lievito in polvere
200 ml latte di avena
50 g gocce di cioccolato fondente vegan
1 cucchiaio di semi di lino macinati
una manciata di noci
1 cucchiaino di cannella in polvere
1 cucchiaino di zenzero in polvere
1 cucchiaio di sciroppo d’agave

Preriscaldare il forno a 180 °C.
In una ciotola grande versare le due farine, il lievito, i semi di lino, la cannella e lo zenzero, le gocce di cioccolato e le noci e mischiare. Questo è il composto asciutto.
In un’altra ciotola grande, spezzettare quattro delle cinque banane. Schiacciare grossolanamente le banane con l’aiuto di una forchetta o della frusta (vedi video). Aggiungervi il latte di avena e lo sciroppo d’agave. Questo è il composto umido.
Versare il composto umido nel composto asciutto e incorporare mischiando con una forchetta, un cucchiaio o una frusta.
Versare l’impasto in uno stampo da pane o torta precedentemente coperto con carta da forno e livellare.
Tagliare la banana rimasta in metà seguendo la lunghezza e decorarvi la torta (vedi video e foto).
Infornare per 50 minuti. Controllare di tanto in tanto.
Sfornare e lasciare raffreddare prima di servire.

Granola a Cioccolato e Cannella – Ricetta

sabato, Marzo 3rd, 2018

“Nothing in nature blooms all year long, so don’t expect yourself to do so either”.

Febbraio per me è sempre stato un mese di calma e introspezione. Non trovo molta energia per uscire e andare all’avventura, cosa che solitamente faccio durante il resto dell’anno. In fondo, come in natura, anche noi abbiamo bisogno di staccare la spina ogni tanto, e questo mese mi da la possibilità di fare proprio questo.

Ma è arrivato Marzo, e nonostante si sia presentato portando tanta neve, mi sento fresca, pronta per ricominciare a fotografare e scrivere, a produrre e immaginare. Da ieri piove, così stamattina ho deciso di ricreare una delle mie ricette più classiche e semplici, ma calorose e nutrienti (e golose): la granola a cannella e cioccolato.

Aggiungendo noci e nocciole questa granola diventa deliziosamente invernale e perfetta da gustare in queste mattinate fredde. Potete conservare questa granola per un bel po’ in un barattolo, ma sono sicura che non durerà a lungo.

Granola al Cioccolato (& Cannella)
(per cica 800 gr., vedi foto)

350 gr avena in fiocchi
150 gr noci miste (anacardi, noci, nocciole)
200 gr uvetta
1 cup semi di lino tritati
½ cup olio di cocco (o olio di semi)
30 gr cioccolato puro (vegano)
2 cucchiai cannella
2 cucchiai di cacao in polvere
3 cucchiai sciroppo di agave

Mettete l’uvetta in ammollo per almeno 10 minuti. Scolare e mettere da parto in una ciotola.
Preriscaldate il forno a 160 °C.
Tagliate le noci in pezzetti più piccoli usando un coltello da cucina ben affilato su un tagliere.
In una ciotola grande mischiate i fiocchi di avena, le noci, semi di lino, cannella e cacao.
Se l’olio di cocco non è sciolto a causa della temperatura fredda, mettetelo in un pentolino e fatelo sciogliere, oppure mettete brevemente il contenitore su un termosifone.
A questo punto aggiungete l’olio di cocco e lo sciroppo d’agave al miscuglio e mischiate bene. 

Coprite una teglia abbastanza grande con della carta da forno e versate la granola sulla teglia sparpagliando bene.
Infornate e cercate di controllare ogni 5 minuti per assicurarvi che non si bruci.
Dopo 15 minuti potete aggiungere l’uvetta, che così non si brucerà.
Lasciate cuocere ancora 5 minuti. Nel frattempo tagliate il cioccolato fondente a pezzettini, sempre con un coltello affilato.
Sfornate la teglia e lasciate raffreddare per una decina di minuti. Quando la granola è fredda, aggiungete il cioccolato.
Assicuratevi che sia completamente fredda prima di metterlo in un barattolo, dove o potrete conservare per almeno una settimana.

5 profili vegan Instagram da seguire

giovedì, Febbraio 1st, 2018

Il mio social media preferito è indubbiamente Instagram (mi trovate come @theeveningglow). Anni fa ho deciso di non seguire più persone che mi fanno sentire immeritevole, brutta, incapace, o qualunque altra emozione negativa, e devo dire che ciononostante rimangono tantissime persone che condividono foto e storie meravigliose, senza farmi sentire uno schifo. Tante persone che affrontano la vita in maniera  positiva, e il veganismo con tanta felicità e/o condividono il loro stile di vita zero-waste senza giudicare. Ecco, ho deciso di cominciare a condividere con voi alcuni dei miei profili preferiti.

Oggi vi presento i miei profili vegan preferiti, quelli con le foto che mi fanno sognare di luoghi sperduti, di paesi tropicali, di mango, papaya e avocado, di verdura appena raccolta dall’orto, di bambini sani e felici, di movimento e natura. Seguo queste donne (e alcuni uomini) perché mi fanno sentire felice, mi fanno venir voglia di intraprendere cose nuove, e a volte riescono a trasformare una giornata “no” in una giornata okay,  solo attraverso una foto. Anche io vivo in un posto isolato e sperduto, ma completamente diverso dal loro, anche io ho un orto, ma qui crescono verdure diverse, anche io raccolgo e mangio tanta frutta, ma non quella tropicale, ed è questo che non mi fa sentire loro “rivali”, ma più come amiche lontane (tragicamente, con alcune probabilmente non parlerò mai, haha).

Ellen Fisher (@ellenfisher) – Probabilmente verrà nominata in ogni singolo mio articolo su Instagram. E’ la mia musa da mesi (se non anni), mi fa sentire bene, mi tira su di morale, mi ispira e mi da idee geniali! Ellen vive nelle Hawaii, insieme a suo marito Andrew e i loro figli Elvis e Sandy (+ uno in arrivo prestissimo). E’ vegana, le piace stare all’aria aperta e muoversi, ha il proprio orto completo di una compostiera perfetta creata dal marito. E’ attenta agli sprechi e consapevole del fatto che dobbiamo ridurre il nostro impatto sull’ambiente il più possibile. Bene, probabilmente la conoscevate già, se no, andata subito a dare un’occhiata al suo profilo e al suo canale YouTube.

Jessie Snyder (@_faringwell) – Quanto mi mette di buon umore questa ragazza! Quando filma le stories mi mette sempre l’allegria. Spesso “ci porta” con lei al mercato, oppure filma come riorganizza la sua dispensa o come crea una ricetta. La sua cucina è bellissima e super-organizzata: un sogno! E le sue ricette oltre ad essere sane, fanno venire l’acquolina in bocca.

Sammantha Fisher (@sfisherx) – E’ una bravissima e coraggiosissima fotografa. Non ama far vedere il proprio volto, ma da un volto a tutti gli animali che soffrono per finire sui nostri piatti. Spesso visita allevamenti di bovini o suini che andranno a finire al macello, fotografando gli sguardi di quegli esseri innocenti che non vogliono far altro che vivere. Bravissima!

Malin (@goodeatings) – Anche lei mi mette sempre di buon umore. E’ una ragazza molto calma e gentile. Fa delle foto brillanti, piene di profondità e colore. Il suo cibo ti riempie di gioia, perché pieno di colori e super-nutriente.

James Aspey (@jamesaspey) – Da seguire su tutti i social media! Spiega perfettamente perché una persona diventa vegana (e gli altri lo dovrebbero diventare). E’ un esempio per tante persone e riesce a confrontare tranquillamente i più agguerriti carnivori, speso convincendoli della loro ipocrisia. Da quando mio padre ha cominciato a seguirlo su Facebook, si è aperto molto di più al dialogo nei miei confronti al punto da arrivare a dire che ho ragione e che dovremmo tutti essere vegani.

Quali profili vegan mi consigliate di seguire? A proposito, se non mi seguite ancora mi trovate cliccando qui.

Biscotti con gocce di cioccolato vegan

martedì, Gennaio 30th, 2018

Quando ho voglia di biscotti preferisco sempre quei bei biscotti con le gocce di cioccolato, preferibilmente più grandi del palmo della mia mano. In Olanda li vendevano in qualche caffè, ma solitamente costavano un occhio della testa, e mi ricordo di averli trovati alcuni fantastici al supermercato qui in Italia da piccola, ma sicuramente non erano vegani. Così alcuni giorni fa mi sono messa all’opera in preda ad un attacco di fame chimica, ed ecco il risultato: dei bei biscotti enormi, pieni zeppi di cioccolato (magari non si vede dalle foto, ma sono praticamente 50% cioccolato). Perfetto, no?

biscotti cioccolato

Biscotti alle gocce di cioccolato 
(ca. 15 pezzi)

2/3 cup zucchero di canna
2 1/2 cup farina bianca tipo “00”
2/3 cup olio di cocco, sciolto
2/3 cup latte di avena non zuccherato
alcune gocce di estratto di vaniglia puro
1/2 cucchiaino bicarbonato di sodio
1 cucchiaino di lievito istantaneo in polvere
un pizzico di sale
ca. 100 g di gocce di cioccolato fondente vegano

Preriscaldate il forno a 180 C.
In una ciotola abbastanza grande mischiate farina, zucchero, bicarbonato, lievito e sale.
In un’altra ciotola versate olio di cocco, latte di avena e l’estratto di vaniglia.
Pian piano incorporate gli ingredienti liquidi a quelli secchi, mischiando con una forchetta, finché si forma un impasto bello compatto e omogeneo. Se l’impasto è troppo asciutto, aggiungete un pochino di latte d’avena. Se, invece, è troppo umido, aggiungete un po’ di farina.
Coprite una teglia con un pezzo di carta da forno.
Fate delle piccole palline di impasto di circa 3 cm di diametro e disponetele ben distanti l’una dall’altra sulla teglia (si scioglieranno, quindi gli serve spazio). Io divido questo impasto in due teglie, per essere sicura non di tocchino i biscotti quando sono cotti.
Infornate per circa 12-15 minuti. Controllate la cottura di tanto in tanto.
Sfornate e fate raffreddare prima di servire.

biscotti cioccolato

Perché i vegani non bevono il latte?

venerdì, Gennaio 19th, 2018

Me lo chiedevo anche io fino a tre anni fa circa. Mi ricordo esattamente il giorno che mia mamma mi disse “mica avrai mai intenzione di diventare vegana?” (ero vegetariana da alcuni anni) e io le risposi “ma figurati”, pensando “come farei senza formaggio?”. “Chissà come mai i vegani non mangiano il formaggio. Chissà come mai non bevono il latte”. Con questo articolo torno indietro di alcuni anni e rispondo a ogni mia perplessità, e magari anche alle vostre.

La prima domanda che ci dovremmo porre è la seguente: da dove viene il latte? Il latte, come tutti noi sappiamo è creato dalla mucca. Corretto. Ma il latte viene anche creato dalla capra, dall’asino, dalla scimmia, e.. dalla donna.

A cosa serve il latte? Il latte viene prodotto dalla madre (la mamma mucca, la mamma capra, la mamma asino, la mamma scimmia e la mamma umana) per il proprio piccolino appena nato, per nutrirlo e farlo crescere forte e sano. Il latte contiene tutto ciò di cui il piccolo mammifero ha bisogno nel primo stadio della sua vita.

Il latte della mucca, quindi, è il mix perfetto di nutrienti per far crescere forte e sano un vitello dalla nascita, fino a farlo diventare un bestione di centinaia di chili.

Affinché possa finire sulla nostra tavola, nei nostri cereali, oppure nel caffè, il latte ovviamente non deve essere bevuto dal vitello, se no non ne rimane per noi. Quindi il vitellino, momenti dopo la nascita viene allontanato dalla mamma e portato al macello. Sia le mamme mucche, che i vitellini, in questo momento vivono uno shock incredibile. Pensate a come si sentirebbe una donna se le venisse portato via il bambino appena dopo averlo partorito. La mamma piange per giorni e torna spesso nel luogo dove ha visto per l’ultima volta il suo piccolo.

Il vitello maschio viene immediatamente portato al macello, dove verrà ucciso a pochi giorni dalla nascita. La femmina, invece, farà la stessa fine della madre. Verrà messa incinta in modo crudele, da un macchinario che viene inserito all’interno della vagina della mucca in maniera violenta, per poi vedere il suo piccolo allontanato subito dopo la nascita. Produrrà latte finché, stremata, morirà.

Quando scoprii questa realtà che adesso mi sembra così logica, rimasi stupita. Come avevo fatto a non pensare che la mucca produce il latte per il vitello? Poi ho visto dei video strazianti, ma veri, che mostrano la pura realtà del fatti.

Dopo 5-7 anni le mucche sono stremate dallo sfruttamento che hanno subito e vengono portate al macello. Queste mucche in natura vivrebbero fino a 25-30 anni.

Dal punto di vista nutrizionale mi basta dire che il latte è un alimento che esiste per il vitello e che lo fa crescere forte e robusto a partire dalla nascita, quando pesa un paio di centinaia di chili, fino all’età adulta, quando si trasforma (grazie al latte) in un bestione di una tonnellata. Preferisco, quindi, bere delle alternative vegetali che non portano con sé ormoni della crescita fatti per un vitello.

Ci sono tantissime alternative facilmente reperibili nel supermercati. Il mio preferito è il latte di avena, seguito da quello di farro. Ma ci sono anche latte di soja, di riso, di kamut, .. Se volete li trovate anche nelle varianti al cioccolato, alla vaniglia, al caffè,..

Per il formaggio, invece, potete usare il lievito alimentare come un’alternativa sulla pasta e come insaporitore (il gusto non è proprio uguale). Mentre potete fare i formaggi vegetali a casa vostra, a base di tofu e anacardi, ad esempio. Ma siamo onesti, in fondo anche senza queste alternative, senza formaggio non si muore (ricordo che il formaggio crea dipendenza a causa della caseomorfina contenuta nello stesso, quindi all’inizio magari crederai di morire, ma non succedera).

Il burro puó essere sostituito con l’olio di cocco, l’olio di semi, l’avocado e, seppur non la mia scelta preferita, la margarina.

Spero che questo articolo vi dia uno sguardo nel mondo che vedo. Il consumo di latte e derivati porta con sé la stessa sofferenza dell’uccisione degli animali per la carne. Non ha alcun senso quindi (anche se l’ho pensato per anni), smettere di mangiare carne e pesce, ma ostinarsi a bere il latte e mangiare il formaggio, per quanto possa essere considerato buono. Non ne vale la pena.

Buddha Bowl – Cos’è, idee e una ricetta

mercoledì, Gennaio 17th, 2018

Buddha bowl

I buddah bowls, letteralmente “ciotola di Buddah”, sono un pasto completo servito appunto in una ciotola, composta solitamente da un mix di verdure, legumi, grani, semi, noci, ecc. Catapultano la mia immaginazione in un paese tropicale. Forse perché in viaggio li ho mangiati spesso e dopo una giornata all’avventura un piatto così perfettamente sano e completo era esattamente ciò che ci voleva, o forse perché hanno origine proprio dall’oriente.

In questa “bowl” potete combinare un po’ di tutto, io cerco sempre di combinare un ingrediente di ogni categoria nominata qui sopra (verdure, cereali, legumi, semi e noci), e poi spesso ci aggiungo una salsa (che molte volte non è altro che yogurt di soja naturale). Ecco un paio di esempi:

  • Riso integrale, zucca, cetriolo, fagioli rossi (kidney), semi di girasole, yogurt di soja.
  • Quinoa, zucchine, carote, lenticchie, semi di zucca, salsa di tahini e lime.
  • Cous Cous, pomodorini, tempeh, avocado, noci, basilico, salsa tsatsiki vegana.

La ricetta che condivido oggi è una versione invernale, con bietole e ceci, finocchio e patate. E’ semplicissima da fare, vi spiegheró qui sotto il procedimento di ogni ingrediente.

TEMPEH

Taglia il tempeh a fettine. Metti le fette in un piatto fondo. Versa un po’ di aceto balsamico sul tempeh, facendo sì che siano bel bagnate, condisci con un po’ di curry e pepe e lascia riposare per almeno 5 minuti. Gira il tempeh e lascia marinare anche l’altra parte per altri 5 minuti. Metti una padella antiaderente su un fuoco medio e mettici le fettine di tempeh versando anche il “sughetto” della marinatura. Aspetta finché il tempeh sia ben colorato e quasi bruciacchiato poi gira le fette facendo cuocere anche l’altra parte.

COUS COUS

Versa un bicchiere di acqua in un pentolino e porta ad ebollizione con un pizzico di sale.
In una ciotola versa un bicchiere di cous cous. Versa L’acqua nella ciotola sgranando con una forchetta. Aggiungo un filo d’olio e copri per cinque minuti.

BIETOLE E CECI

Salta le bietole (fresche o congelate) in padella con un po’ di olio EVO, cipolla, aglio, sale e pepe. Quando sono quasi del tutto morbide aggiungi una scatola di ceci scolati.

FINOCCHIO AL FORNO

Semplicemente lava un finocchio e taglialo a fette. Preriscalda il forno a 180 °C. Metti della carta da forno su una teglia, metti le fette di finocchio sulla teglia e cospargi con un filo d’olio, sale e pepe. Inforna per circa 25 minuti, finché i lati del finocchio iniziano a scurirsi.

PATATE AL FORNO

Potete fare le patate in contemporanea al finocchio. Preriscalda il forno a 180 °C. Taglia le patate in dadi o fettine e mettile in una ciotola grande. Cospargi di olio EVO, sale e pepe e mischia bene. Inforna per circa 35-40 minuti.

CAROTE

Le carote vanno solo lavate e grattugiate. Se vuoi puoi condirle con un po’ di aceto balsamico, limone e olio.

 

Buddha bowl

Buddha bowl

Come mangiare vegano in viaggio

mercoledì, Gennaio 10th, 2018

(questo articolo è stato scritto alcuni mesi fa, mentre viaggiavo nel Sud-Est asiatico per circa tre mesi)

Scrivo questo articolo dal letto della nostra capanna in Cambogia. Oggi marchia il quarantacinquesimo giorno del nostro viaggio in Asia. Ognuno di questi 45 giorni ho mangiato vegano, tre volte al giorno, senza alcun intoppo (o quasi*). In questo articolo vi spiego come ho fatto a mangiare vegano on-the-go, senza troppo impegno, in un viaggio attraverso India, Vietnam e Cambogia.

• Prima di partire mi sono informata su usi e costumi del posto; quali sono i piatti tipici? Quali le bevande consumate più frequentemente? Tra questi ci sono delle scelte vegane?

Così ho scoperto che in India tantissimi piatti sono vegetariani, ma attenti al ghee (burro chiarificato) che viene utilizzato in molti piatti; in Vietnam sono amanti della carne, inclusi cani e coccodrilli (purtroppo ho visto entrambe, più volte, sul barbecue); e in Cambogia vanno matti per la salsa di pesce. Ma per fortuna vengono serviti spesso anche involtini freschi e zuppe con le verdure buonissime.

• Dopo essermi informata su usi e costumi, ho cominciato a studiare le parole chiave che mi sarebbero servite nella lingua locale. Così ho imparato che “thit” significa “carne” in vietnamita, “bo” significa “mucca” e “ga” è il pollo; così i locali che vendevano solamente Pho Bo e Pho Ga li evitavo, mentre quando veniva pubblicizzata una Pho Rau (che è un zuppa di verdure) mi fiondavo ad ordinare. Ovviamente non ho passato ore dietro ai libri per imparare queste parole, e si imparano facilmente anche mentre viaggi e sei sul posto, ma è molto utile avere in mente a grandi linee cosa offrono in un ristorante, soprattutto se uno di quelli a bordo strada, dove ti siedi coi locals.

Happy Cow, un sito e un’applicazione gratuita che uso ogni volta che arrivo in una città nuova (ho descritto come funzione ancora più approfonditamente in questo post). Nell’applicazione puoi inserire la città nella quale sei arrivato (o che pensi di visitare) e ti mostrerà tutti i posti nei quali potrai mangiare vegano, incluse foto, indicazioni stradali, recensioni di altri vegani/vegetariani, ecc. Inoltre puoi filtrare e cercare ristoranti esclusivamente vegani, vegetariani, oppure ristoranti che servono anche piatti vegani, insieme al loro menu di carne o pesce. Da poco ho visto comparire anche sempre più hotel e negozi. Consiglio di scaricarlo a tutti, anche perché è bello esplorare e trovare locali dove lavorano persone che la pensano come te.

Ogni volta che mangio in un ristorante lascio una recensione e a volte pubblico delle foto nell’applicazione, in modo da semplificare la vita ad altri vegani alla ricerca di un buon pasto.

Frutta! Anche nei posti più sperduti, troverete sempre la frutta nei mercati di paese. Sempre meglio averne a disposizione troppa che troppo poca. Così compro banane, angurie, mango, pitaya e frutti della passione,.. costano poco e sono il mio fast-food preferito. Importante soprattutto per i lunghi viaggi in treno o autobus, dove l’unica scelta vegana solitamente sono Oreo e patatine. All’inizio del viaggio ho comprato un grande contenitore di plastica e un coltello, così la sera prima di partire sbuccio e taglio a pezzetti la frutta per il giorno dopo.

• Forse la soluzione più facile: chiedere. Quasi tutti i ristoranti hanno un lungo menu con mille piatti diversi, spesso almeno uno o due sono vegetariani. Chiedi chiaramente quel che vuoi, ad esempio, un riso con le verdure senza uovo, oppure una baguette con la marmellata senza il burro. Nella maggior parte delle occasioni il personale capisce al volo, oppure capisce dopo aver ripetuto alcune volte. A volte ne escono delle brevi conversazioni molto simpatiche (“No meat? No fish? No egg? * inserisci risata semi-imbarazzata e incredula *).

Spero che questi miei consigli vi aiutino a partire più tranquilli e sicuri di poter mangiare vegano ovunque. Menomale che sempre più persone conoscono lo stile di vita vegano; penso che parlandone in viaggio possiate spargere la voce ancora di più, nonostante a volte verrete accolti da facce meravigliate. Godetevi in viaggio!

*Quali sono stati questi intoppi?

Sono state poche le volte che pur ordinando qualcosa di apparentemente vegano, mi è stato servito qualcosa contente latte, burro o uova. Si contano sulle dita di una mano, le posso elencare qui di seguito per darvi un’idea delle pochissime volte che in questi 45 giorni ho avuto una leggera difficoltà a ordinare vegano.

• Purtroppo più volte ho ordinato pane e marmellata (e insalata di frutta) per colazione e il pane era stato inzuppato leggermente nel burro o nell’uovo.

• Una volta abbiamo prenotato in un hotel dove la colazione era compresa, ma non c’era nessuna scelta vegana. Ho provato a chiedere un pezzo di pane con la marmellata, ma hanno rifiutato, perché, dicevano, non c’era niente oltre a quel che era elencato nel menu (tanti tipi di uova e tanti tipi di carne).

•  Ordinando un succo spremuto fresco una volta è stato aggiunto dello yogurt.

Ceci tostati alle spezie – Ricetta semplice e veloce

lunedì, Gennaio 8th, 2018

Una semplicissima ricetta da fare quando state per guardare un film sul divano, o come snack a metà pomeriggio, oppure ancora come qualcosa da sgranocchiare al lavoro o a scuola, questi ceci tostati sono facili e veloci da fare e soprattutto buonissimi, sani, e belli croccanti e leggermente piccanti.

ceci tostati

Ceci tostati 

240 g ceci in scatola
2 cucchiai di olio EVO
1 cucchiaino di sale marino iodato
1 cucchiaino di paprika piccante in polvere
1 cucchiaino di curcuma in polvere
1/2 cucchiaino di curry in polvere
pepe q.b.

Preriscalda il forno a 200 °C. Scola i ceci e versali su un panno pulito e asciutto, oppure su un po’ di carta da cucina, per asciugarli. Versa i ceci in una grande ciotola tipo insalatiera, aggiungi tutti gli altri ingredienti e mischia bene finché tutti i ceci saranno ricoperti dall’olio e dalle spezie. Ricopri una teglia di carta da forno e versaci i ceci. Inforna per circa 20/25 minuti. Assaggiali prima di tirarli fuori dal forno per assicurarti siano ben croccanti. Servi in una ciotola o un cartoccio.

Ovviamente potete variare con le quantità, ma soprattutto con le spezie che usate. La combinazione di spezie elencate è la mia preferita finora, ma ho provato anche altre combinazioni utilizzando rosmarino, maggiorana, mix di alghe, paprika dolce,..

 

FAQs – Frequently Asked Questions

venerdì, Gennaio 5th, 2018

Qui sotto rispondo alle domande che mi vengono poste più spesso: sul veganesimo, sulla salvaguardia dell’ambiente, su di me, .. Questo articolo riporta la pagina FAQ che trovate linciato sulla destra dello schermo, ma credo sia utile anche pubblicarlo come articolo in modo da permettere al maggior numero possibile di persone di leggerlo. 

Se avete altre domande non esitate a porle nei commenti, a scrivermi un’e-mail o un messaggio privato. Aggiornerò di tanto in tanto questo spazio pubblicando le domande che mi invierete (a patto che non si tratti di una domanda di carattere troppo personale).

Disclaimer: non sono un medico e quindi non posso dare consigli di tipo medico o dietetico. Tutto quello che scrivo e dico è il ricavato della mia esperienza personale. Ogni corpo e ogni persona è diversa e ha un fabbisogno giornaliero proprio, inoltre ognuno di noi risponde in maniera personale all’assunzione di diversi cibi e bevande (ad esempio, quel che a me può dare una reazione allergica, a te può far stare benissimo). Io spero solo di potervi ispirare a fare delle scelte più sane per sentirvi al meglio.

Vegan

Perché diventare vegano?

Scriverò un post più approfondito rispondendo a questa domanda, ma per il momento voglio riassumere in breve in questo modo:

a. Etico
Il veganesimo è un impegno morale alla non-violenza, un impegno contro la dissonanza morale e lo specismo.
Vediamo i nostri cani e gatti come amici: li accarezziamo, li amiamo, soffriamo quando muoiono, nonostante non parlino la nostra stessa lingua e non abbiamo il nostro quoziente intellettivo. Ci tirano su di morale quando siamo tristi, li lasciamo liberamente girare in casa, amiamo la loro compagnia e ci mancano quando non ci sono.
Mucche, agnelli e pesci, invece, vengono uccisi in massa (clicca qui per vedere quanti ne muoiono ogni giorno), dopo una vita passata in un carcere, maltrattati e umiliati. Se è considerato sbagliato maltrattare un cane o un gatto, perché maltrattare e uccidere un maiale non lo sarebbe?
E’ ormai indiscutibile il fatto che gli animali provino emozioni come noi umani. Il veganesimo non è volto a sostituire la compassione per i nostri simili con quella verso gli animali, ma ad andare contro lo specismo, quindi ad allargare questa compassione anche alle altre specie.

b. Ambiente
L’industria della carne e dei prodotti caseari ha un impatto incredibilmente pesante sull’ambiente. Non ci viene insegnato a scuola e non viene spesso affrontato dai media, ma queste industrie sono responsabili della produzione di una quantità di CO2 enorme. I numeri cambiano a seconda degli studi, ma sono tutti d’accordo sul fatto che questa industria crei più CO2 di tutte le forme di trasporto messe insieme.
Se volete diminuire la vostra impronta ecologica, diventare vegani potrebbe essere la risposta migliore.
Alcuni dei motivi per i quali l’allevamento degli animali è dannosa per l’ambiente (fonte: http://www.cowspiracy.com/infographic ) :
– elevata emissione di CO2
– deforestazione
– elevato utilizzo e inquinamento dell’acqua
– metano emanato da scarti / escrementi
Per tutte le fonti clicca qui.

c. Salute
Sempre più persone provano a seguire una dieta vegana per sentirne gli effetti positivi sulla salute: più energia, pelle più luminosa, unghie e capelli più forti,.. (https://www.vegansociety.com/go-vegan/health). Molti, purtroppo, la vedono ancora come una dieta dannosa, non equilibrata ed estrema.
In realtà, una dieta vegana ben equilibrata esiste ed è adeguata, dal punto di vista nutrizionale, a ogni fase della vita dell’uomo. Anzi, in molti casi aiuta a ridurre il rischio di cancro e altre malattie quali diabete, asma, e malattie cardiovascolari. Per informarmi adeguatamente a questo proposito ho letto due libri, oltre a varie ricerche scientifiche pubblicate online (facendo attenzione a chi sponsorizza la ricerca) che mi hanno confermato che la mia esperienza personale non fosse solamente un effetto placebo: “How Not To Die” di Michael Greger e “The China Study” di T. Colin Campbell e Thomas M. II Campbell.

Cosa non mangiano e non utilizzano i vegani?

Il veganesimo non è solamente una scelta legata alla dieta, ma una scelta globale, che tocca ogni aspetto della vita quotidiana (niente panico, essere consapevoli di ciò che consumiamo comporta un po’ di studio, ma prometto che ti renderà più felice e in armonia con te stesso e il mondo che ti circonda).
I vegani non mangiano carne, pesce, latte e derivati, uova e miele.
I vegani non consumano prodotti di bellezza contenenti prodotti di origine animali e/o testati sugli animali (trucchi, creme, shampoo, balsamo), prodotti per le pulizie e l’arredamento della casa contenti prodotti di origine animale (detersivi, sapone, candele, poltrone, divani), non vanno al circo o allo zoo e in viaggio decidono di non andare a fare il giro sull’elefante, perché questi animali non vengono tenuti in condizioni adatte e vengono sfruttati al fine di intrattenere un pubblico umano.
Vestono abiti e calzano scarpe fatte solamente con materiali non ottenuti dagli animali (niente seta, cuoio e lana).

Detto questo, voglio sottolineare che non esiste un vegano perfetto. E’ impossibile diventare vegano in una botta sola e sono certa che ogni vegano a volte faccia delle scelte sbagliate (che sia consapevolmente o no) riguardo ai prodotti che utilizza. Facciamo del nostro meglio, ed è questa la cosa che conta di più.

Cosa mangiano i vegani oltre all’insalata?

Molti pensano che i vegani vivano di insalata e amore. La realtà dei fatti si trova dall’altra parte dello spettro. In generale, la dieta vegana è caratterizzata dall’abbondanza; abbondanza di frutta e verdura, legumi e cereali, noci e semi. Inoltre, siamo portati a sperimentare di più, allontanandoci dalla cucina alla quale siamo stati abituati fin da piccoli, scoprendo di conseguenza ingredienti nuovi e meno conosciuti dagli altri consumatori.
L’insalata è tutto ciò che fino a poco tempo fa un vegano poteva trovare nel menù dell’osteria del paese, quando andavi a mangiare con gli amici. Forse è per quello che molte persone pensano che i vegani mangino solo quello. C’era, e molte volte c’è tuttora, una mancanza di scelte vegane nei ristoranti tradizionali. A questo è arrivata l’ora di dare un cambiamento, non credete?
Presto condividerò dei biglietti da visita che potrete dare al ristorante dove avete trovato la scelta vegana per ringraziarli, e al ristorante dove l’opzione vegana non c’è ancora per incitarli a fare questo piccolo passo in più. Il tutto con un sorriso.

Costa tanto essere vegano?

No. Mangiare vegano può costare molto se decidi di vivere esclusivamente di superfoods (spirulina, semi di lino, macha, mirtilli, semi di chia); Ma se compri semplicemente frutta, verdura, legumi e cereali a volontà, e l’indispensabile quantità di noci e semi, non spenderai un centesimo in più di un onnivoro, anzi, potresti risparmiare anche un bel gruzzoletto. Inoltre, generalizzando, vegani e vegetariani sono attenti alla salute e quindi non fumano e bevono meno alcool, altri due fattori che contribuiscono cospicuamente al conto di fine mese.
Personalmente, mi piace sapere che posso benissimo, una volta al mese, comprarmi un bel barattolo di semi di canapa in più da aggiungere ai miei frullati, perché anche questo mese non ho fumato nemmeno una sigaretta.

Bisogna prendere integratori? Quali?

Sì, se decidi di diventare vegano, dovrai prendere un integratore di vitamina B12. Non ti preoccupare, non c’è niente di innaturale nel prendere un integratore. Viviamo in una società moderna e all’avanguardia, che si è evoluta allontanandosi dalla vita nella natura alla quale erano abituati i nostri antenati. La vitamina B12 è originariamente presente nei batteri, e potremmo assumerne abbastanza se bevessimo una barilata di acqua fresca di sorgente non filtrata, ma visto che probabilmente nessuno di noi è disposto a farlo, è importante integrare. I sintomi di un’insufficienza di vitamina B12 si manifestano solamente dopo un lungo periodo, e molte volte viene individuata solamente attraverso un’analisi del sangue.

Perché gli onnivori non devono integrare la vitamina B12?

Gli animali che gli onnivori mangiano, producono B12 attraverso i batteri presenti nel loro apparato digerente . Inoltre, spesso ricevono a loro volta integratori. Perciò la loro carne e i loro derivati, contengono ancora in parte la vitamina.

Quali sono le risorse che hai utilizzato per informarti sul veganesimo?
Di seguito troverete elencati documentari, libri, siti web, ecc. che ho utilizzato e utilizzo tuttora. Notate che alcuni sono in madrelingua inglese.

Documentari
Cowspiracy
What The Health
Forks Over Knives
Earthlings

Libri
How Not to Die
The China Study

Blog e websites
Nutritionfacts.org
Famiglia Veg
Io Scelgo Veg
Scienza vegetariana
PETA

YouTube
James Aspey
Gary Yourofsky
Earthling Ed

Eco-friendly lifestyle

Quali prodotti mi consigli di eliminare per sprecare e inquinare meno?

Prima di tutto, non comprate le bottiglie d’acqua, vi prego. Nella maggior parte dei casi, l’acqua del rubinetto è potabile, e se siete fortunati avete anche qualche sorgente nelle vicinanze dove riempire delle bottiglia di acqua fresca. Se siete ancora scettici, potreste investire dei soldi in più per comprare un filtro (da attaccare direttamente al rubinetto o una brocca con un filtro intercambiabile).
Evitate di utilizzare piatti e posate di plastica a pranzo e cena, sono consapevole che a volte sia più facile, soprattutto ai ritmi di vita di oggi. Dovrete ritagliare quei dieci minuti per lavare i piatti, ma eviterete di buttare quantità enormi di plastica.

Portate sempre una borsa di cotone per portare la vostra spesa. Non chiedete sempre il sacchetto alla cassa. E’ vero, spesso sono fatti di un materiale biodegradabile, ma è sempre meglio non doverlo usare, no? Inoltre potete anche comprare dei sacchetti riutilizzabili (come questi) per la frutta e la verdura, per evitare di usare i sacchetti nel reparto ortofrutticolo (non ho mai avuto problemi alla cassa utilizzandoli).

Chiedete che il drink vi venga servito senza cannuccia. Un piccolo gesto per evitare uno spreco di innumerevoli pezzi di plastica.
Infine, immancabili in questa lista, i prodotti di origine animale. Il perché l’ho spiegato qui sopra, nella risposta alla domanda “Perché diventare vegano?”.

Quali prodotti consigli per essere più eco-friendly?

Basta una borsa di cotone per portare la spesa e una bottiglia di latta (o altro materiale resistente) da portare sempre con te. Se vuoi, puoi anche portarti appresso delle posate riutilizzabili e una cannuccia in bambù o metallo, nel caso mangiassi fuori e ti portassero le posate di plastica. Anche un barattolo (o due, o tre) di vetro può risultare utile se trovassi un supermercato con i prodotti sfusi (pasta, riso, cereali, ecc.).

Benessere

Posso aumentare la massa muscolare mangiando vegano?

Assolutamente sì. Sinceramente non sono a conoscenza dell’esatta quantità di macro- e micronutrienti che bisogna assumere quando si vuole avere un tono muscolare maggiore perché non me ne sono mai interessata. Posso però linkarvi alcuni ragazzi vegani che sono prova vivente della mia risposta: SimnetNutrition, Nimail Delgado, Massimo Brunaccioni, Tim Shieff, Rich Roll,..

Perché nei frullati metti la spirulina, i semi di lino, i semi di canapa, eccetera?

Perché apportano un componente nutrizionale positivo. Cercherò di aggiungere, dove utilizzo questi prodotti, una piccola descrizione della loro derivazione e del loro impatto positivo sulla salute.
Come ho specificato sopra non sono assolutamente indispensabili in una dieta vegana, sono solamente un qualcosa in più.

Viaggi

E’ difficile mangiare vegano durante un viaggio?

Ho fatto un solo lungo viaggio da quando sono diventata vegana. Durante questo viaggio abbiamo visitato l’India, il Vietnam, la Cambogia e la Thailandia. Sono sempre riuscita a mangiare vegano circa tre volte al giorno, quindi non posso affermare sia difficile. Certo, in alcuni posti è più facile rispetto ad altri, ma è sempre fattibile e ho scoperto posti incredibili e ho avuto conversazioni simpatiche grazie a questa mia piccola esigenza in più.

Se siete curiosi sul come ho mangiato vegano ogni giorno durante i due mesi e mezzo di questo viaggio, presto condividerò un video con i miei cinque consigli più importanti affiancato da un articolo a proposito.

Su di me

Quando sei diventata vegetariana e quando vegana?

All’incirca all’età di 8 anni decisi di non voler mangiare più carne. Poi fui costretta dal medico di famiglia e dai miei genitori a mangiarla almeno una volta a settimana, finché non ricominciai a vederla come una cosa normale e a darci poco pensiero. Avevo 20 anni quando decisi di tornare a diventare vegetariana; vivevo da sola ed era una conseguenza naturale e logica di tutto quel che avevo imparato da piccola osservando la natura e gli animali.
Sono, invece, diventata vegana all’inizio del 2016 dopo un lungo periodo di riflessione su cosa avrebbe comportato questa scelta. Fino a circa un anno prima ritenevo il veganesimo estremo, come molti; non avevo idea che per la mia colazione a base di yogurt o uova, dovessero soffrire e morire pulcini, galline, vitelli e mucche. Non appena, attraverso documentari informativi quali Cowspiracy e Earthlings, ne venni a conoscenza, la decisione di diventare vegana fu la più importante decisione che potessi prendere.

Cosa mi ha fatto dubitare per qualche tempo?

Essenzialmente due cose: prima di tutto, la consapevolezza di non essere abbastanza informata sulle conseguenze di salute nell’adottare una dieta vegana; Essenzialmente, sapevo di non sapere. Poi, la consapevolezza che avrei dovuto affrontare critiche di persone che non capiscono e ignorano la vera situazione delle industrie della carne, dei latticini, delle uova, dei prodotti di bellezza, eccetera. Perciò mi sono concessa un periodo di studio e riflessione durante il quale ho letto libri, studi scientifici, visto altri documentari, ascoltato podcast, e nel momento in cui ho stabilito di avere abbastanza informazioni sia per rispondere in maniera adeguata alle persone che criticano questo stile di vita con dei fatti, sia per poter dire che una dieta vegana è assolutamente salutare (con alcuni accorgimenti, quali l’integrazione della vitamina B12) e, anzi, andrebbe consigliata a tutti.